Tra semiconduttori e materie prime mancanti, la fragilità dell'Unione europea è emersa appieno negli ultimi mesi
I commissari si riuniranno quindi domani per cambiare tendenza e puntare su una maggiore autonomia
LENS - Principi attivi, semiconduttori e altre materie prime come i metalli. Carenze e penurie hanno contraddistinto gli ultimi mesi di un'Europa la cui fragilità è stata messa a nudo dalle conseguenze internazionali della crisi del coronavirus e da alcune decisioni di giganti come la Cina.
Per questo i Ministri dell'industria dell'Unione europea discuteranno domani a Lens, nel nord Francia, del concetto di "autonomia strategica europea".
Secondo il commissario Thierry Breton, la pandemia ha evidenziato diverse debolezze dell'Unione europea. Per esempio, «siamo ormai largamente dipendenti dall'Asia in settori come i principi attivi farmaceutici (l'80% dei quali sono importati) o la produzione di fibre ottiche (il 25% della produzione mondiale si svolge in Cina)», secondo i documenti preparatori della riunione, riportati dall'AFP.
Chip, o semiconduttori
Una delle carenze di cui si è parlato maggiormente, anche poiché ha influito sulla produzione di diversi settori che vanno dalle automobili, agli smartphone alle comunicazioni è quella dei semiconduttori. Una prerogativa asiatica che ha messo in difficoltà tanto l'Europa quanto gli Stati Uniti.
Da Washington intendono investire 52 miliardi di dollari per rivitalizzare la propria industria, e lo stesso intende fare ora l'Ue, per «quadruplicare la produzione europea di chip». Lo ha confermato sabato Breton. «Vogliamo raggiungere il 20% della produzione mondiale entro il 2030».
Materie prime
Altre vulnerabilità, forse le più critiche, riguardano le materie prime. «La Cina fornisce attualmente il 60% della produzione mondiale di litio e l'80% della produzione di idrossido di litio, che sono essenziali per la fabbricazione di batterie per veicoli elettrici, e il 98% della domanda europea di terre rare, componenti essenziali per l'energia rinnovabile», si legge nei documenti preparatori della riunione a Lens. Leggere tra le righe è facile: si tratta di fattori che rendono più difficile la tanto discussa "fuga" dai combustibili fossili.
Dopo trent'anni di delocalizzazioni in Asia, l'obiettivo dell'Unione europea è ora quello di «stabilire una definizione comune del termine 'dipendenza strategica'» per evitare "colli di bottiglia" e quindi rallentamenti «nella sua capacità industriale e nei suoi progetti di de-carbonizzazione», si può poi leggere nei documenti.
I ministri e i commissari discuteranno anche dei possibili strumenti per assicurare le forniture, come ad esempio accordi commerciali con paesi terzi o delle opzioni di stoccaggio strategico dei materiali più critici. Si parlerà e si dibatterà, con un obbiettivo comune: diventare il più indipendenti possibile.