È la prima in tutto il mondo a mettere al bando la pubblicità di prodotti provenienti dall'industria animale
HAARLEM - Perché promuovere uno stile di vita che è tra le principali cause della crisi climatica? È questa, in sostanza, la domanda all'origine di una decisione presa dalla municipalità di Haarlem, Paesi Bassi, metterà al bando la pubblicità di prodotti animali, voli, auto a benzina e combustibili fossili.
A partire dal 2024 numerose aziende non potranno più affiggere cartelloni pubblicitari negli spazi pubblici e sui mezzi di trasporto. Non è la prima volta nei Paesi Bassi: città quali Amsterdam, Leiden e L'Aia hanno già messo al bando la pubblicità di settori considerati inquinanti, ma nel fatto di includere anche la carne Haarlem è unica al mondo.
La proposta era già stata discussa negli scorsi anni e negli ultimi giorni è stata varata in municipio. All'origine dell'idea del bando c'è il partito Sinistra Verde, che spiega così, al portale Trouw, l'origine dell'idea: la carne è dannosa per l'ambiente tanto quanto lo sono i voli aerei, i combustibili fossili e le auto a benzina. «Non possiamo dire alle persone c'è la crisi climatica e allo stesso tempo incoraggiarle ad acquistare prodotti che ne sono la causa».
Il portavoce dell'Organizzazione centrale per il settore carni, che, come si legge sul portale adibito, «rappresenta gli interessi dei datori di lavoro nel settore della carne olandese, ha affermato che il bando rappresenta un «limite» alla libertà di espressione. «Le autorità si stanno spingendo troppo oltre nel dire alle persone cosa è meglio per loro».
Nei Paesi Bassi, stando all'Ufficio centrale di statistica nederlandese (Cbs), il 95% della popolazione con età superiore ai 18 anni - dati del 2020 - mangia carne settimanalmente. In particolare, il 20,2% ne consuma tutti i giorni, il 30,5% tra i 5 e i 6 giorni alla settimana e il 44,8% fino a quattro volte a settimana. Il sito di statistica differenzia il consumo di carne tra animali da terra e da acqua, considerando quindi che il 2,6% della popolazione «non mangia, carne ma pesce». Infine, l'1,7% è vegetariano e il 5% è vegano.
Cosa dicono i dati - Secondo uno studio apparso sulla rivista scientifica Nature nel 2021, le emissioni a livello globale prodotte dall'industria di carne, latte e uova sono il doppio di quelle prodotte dal settore del vegetale.
Concretamente, in un altro studio pubblicato su Our World in Data (Environmental Impacts of Food Production) dove sono stati messe a confronto le emissioni di 38 alimenti che prevalgono nella maggior parte delle tradizioni culinarie a livello mondiale, viene indicato che, per esempio, per ogni chilo di carne di manzo prodotta, vengono emessi 99,48 chili di CO2. È l'alimento, nella lista, più impattante a livello ambientale, seguito da cioccolato nero, carne di capra e di agnello e latte di mucca.