Razionamenti, scorte, miliardi di dollari in fumo nelle borse di tutto il mondo, l'elevato costo del denaro, la minaccia di una recessione
LUGANO - Lo abbiamo fatto tutti, con i generi alimentari, con la carta igienica, con i medicinali. Scorte, per paura di doverci confrontare con il frigorifero e la dispensa vuoti. E ancora, lo abbiamo fatto con il riscaldamento, la benzina, la luce. Razionamenti, per evitare black out e fatture salate. Emergenze a intermittenza, anche per le nostre imprese. Ecco che, se non completamente «di guerra» - e per quello manca solo la centralizzazione produttiva da parte dello Stato - Ci stiamo abituando a vivere in una economia che le assomiglia molto. E poco importa che la causa sia l'emergenza sanitaria o quella bellica.
L'anno orribile del mercato finanziario si sta per concludere - Tante le cause che gli ormai stanchi esperti ci sciolinano ogni volta. Dalla guerra in Ucraina, passando per la crisi del gas e delle materie prime in genere, fino ai più recenti aumenti dei tassi d'interesse. E quanto alle aspettative 2023, se si guarda all'attuale situazione internazionale, come l'emergenza nuovamente del Covid in Cina e conflitti armati in corso, c'è poco da stare allegri. Del resto Draghi, lo scorso marzo, aveva avvertito il mondo dicendo che «dobbiamo prepararci a una economia di guerra».
Difficile trovare un colpevole - Chiunque, dal piccolo risparmiatore al grande speculatore, ha visto scendere il valore dei propri titoli in portafoglio. Non si esagera nel quantificare con due cifre percentuali le perdite. Qualcuno se l’è presa con il consulente della banca e qualcun altro con se stesso. Ma in fondo, a ben vedere, un colpevole non c'è.
2022, anno di "vacche magre" - La si voglia chiamare bolla che scoppia, o shock, o crollo, il dato di fatto è che si stenta a trovare un settore che non abbia il segno meno davanti al proprio rendimento, su base annua. Esempi ce ne sono di infiniti. Anche di società impegnate in settori che mai si sarebbe potuto immaginare in crisi. Un esempio di cui abbiamo dato notizia abbondantemente è quello di Tesla: i titoli del colosso delle auto elettriche hanno perso oltre il 60% dall'inizio dell'anno (mandando in fumo 626 miliardi di capitalizzazione di mercato).
La bolla dei tecnologici - E cosa dire dei tanto decantati - e forse a questo punto sopravvalutati - tecnologici? Anche per loro il colore è quello rosso, nell'arco di un anno: Microsoft (-28.9%), Apple (-27.3%), Amazon (-50%); eBay (-37%). Mosca bianca è Ibm con il suo +5% fatto registrare dal 30 dicembre 2022.
I minatori non hanno sorriso - Ma anche chi si è avventurato nell’ambito degli investimenti in azione legate alle miniere di metalli, più o meno preziosi (come oro, argento, rame) non passerà un fine anno certamente col botto. Una delle più brillanti azioni junior del settore minerario dell'oro è la New Found Gold che, con sede a Vancouver, ha fatto segnare un -35.9% nonostante sia considerata una "gallina dalle uova d'oro" del settore junior. Ed esempi simili e con dati più pesanti ce ne sono un'infinità. Su tutti a pesare, oltre ai blocchi per il Covid posti in essere nei paesi ricchi di miniere come Canada e Australia, è stato soprattutto il clima di sfiducia di tutti gli investitori. Ma è questo settore che potrebbe forse dare qualche spiraglio di fiducia, soprattutto se e quando gli investitori in criptovalute cercheranno altri lidi.
«Apocalisse criptovalute» - E che dire del disastro delle criptovalute, da tempo sotto gli occhi di tutti? Qualche esempio. Il bitcoin, dopo il record di 67mila dollari fatto registrare nell'agosto 2021 è precipitata, fino ai circa17mila dollari di questo ultimo periodo. Una perdita del 65% per chi fosse andato all'acquisto un anno fa e alla vendita oggi. Il quotidiano italiano Avvenire, in un approfondimento sull'argomento, parla di «apocalisse delle criptovalute che potrebbe essere molto vicina». Secondo il portale Coin Market Cap, le perdite sono anche qui a doppia cifra: Cardano -81%, Solana -93%, Ethereum che ha perso il 68% e Ripple -60%.
Dove investire in prospettiva 2023? - Ma cosa fare in prospettiva 2023 di fronte alle previste recessioni per il mondo che ci circonda, Eurozona e Stati Uniti in primis? Secondo un'attenta analisi resa nota da NZZ «gli investitori farebbero bene a continuare a concentrarsi su settori conservativi come quello dei consumi o della sanità» e ancora attenzione ai «titoli delle società del settore energetico e delle materie prime» che dovrebbero avere un «anno positivo davanti». E in un ciclo di guerra, come quello nel quale stiamo cercando di sopravvivere "finanziariamente", non potrà sorprendere il ritorno all'accantonamento di oro e argento, ovviamente per chi ne avrà le possibilità.