Il nuovo singolo di Tatum Rush sprizza vitalità da tutte le note, in un vero e proprio omaggio al Vacchismo
LUGANO - Nel panorama degli artisti ticinesi, Tatum Rush è una garanzia di qualità. Sia nei lavori che produce da solista, sia in quelli che lo vedono in coppia con altri artisti oppure dietro al mixer, nella veste di produttore.
Oggi è il giorno di "Too Late", trascinante e super-divertente brano per la label italiana Undamento. Prodotto da Ceri - già al suo fianco per "Drinks Alchemici", il suo debutto in italiano - è senza dubbio il brano più carico di energia positiva dell'artista italo-svizzero-americano. È lo stesso Tatum a spiegarci qualcosa in più.
Come è nata l'ispirazione di questo tuo nuovo brano?
«Penso che la carica sia montata grazie alla combinazione di un weekend passato a guardare tutti i film di "Rocky" e la riscoperta di un vecchio libro di sviluppo personale. Mi sono rimesso ad ascoltare gli Abba, i Village People, Cerrone... Energia ai massimi livelli».
Il sound balneare è un omaggio all'estate che presto arriverà?
«Omaggio all'estate che dovrebbe arrivare si, ma anche all'estate come modalità di pensiero. Io d'inverno in casa mi metto le camicie Hawaiane per confondere il mio subconscio».
Cosa sottintende il "Troppo tardi" del titolo? Cosa hai voluto raccontare?
«È un invito a prendere coscienza del modello di vita che ci siamo creati e a riprendere il controllo del proprio uso del tempo, prima che gli anni passino e che ci si ritrovi bloccati nel traffico, con la sensazione di aver sprecato la propria vita. Si può dire che è un brano motivazionale».
Promuovi il brano come l'ingresso nella tua dimensione "vacchiana", ovvero ispirata a Gianluca Vacchi: di cosa parliamo?
«Sul Vacchismo spero che, un giorno, qualcuno ci faccia una dottorato. È un personaggio che amo e odio al contempo, a volte è così pacchiano che diventa sofisticato, e la sua immensa inutilità mi ricorda quella dell'arte di Andy Warhol o di Marcel Duchamp. So che un giorno (forse presto) lavorerò con Gianluca Vacchi».
C'è anche un video con ambientazione esotica: quando sei volato a Rio de Janeiro per realizzarlo?
«È stato girato a febbraio. sono riuscito a organizzare tutto a distanza con un regista di lì, quando sono arrivato mi sono trovato davanti a un'incredibile troupe di quindici persone, la gente più professionale ed entusiasta con cui ho mai lavorato».
È stata la clip più fisicamente faticosa della tua carriera artistica?
«Ora sono pronto per qualsiasi maratona».