Associazione per la difesa del servizio pubblico
L’Associazione per la difesa del servizio pubblico prende atto con grande preoccupazione del progetto di ridefinizione dei vettori radiofonici, sia per gli obiettivi fin qui dichiarati di voler ridurre il parlato su Rete Due al 10%, lasciando quindi campo quasi esclusivamente alla musica, sia per la poca chiarezza fin qui usata per proporre questo progetto.
Che la SSR RSI sia in una situazione di risparmi e di passaggio verso il transmediale ci è chiaro. Che questa situazione però sia destinata a portare alla pressocché totale cancellazione dell’unico spazio di approfondimento culturale oggi offerto dalla RSI ci pare molto pericoloso e soprattutto lesivo del mandato di sevizio pubblico affidato dal Consiglio federale alla SSR e quindi anche alla RSI.
Pensare di spostare, come il progetto propone, la cultura, oltre che sul web, sulla Rete uno e sulla Rete tre ci sembra francamente irrealistico (anche solo per motivi di spazio disponibile su quelle reti a fianco dell’informazione e dello sport, oltre che dell’intrattenimento!) almeno che non si voglia proporre una cultura in pillole, cioè di fatto una non cultura!
Si ricorda in tal senso che il servizio pubblico di informazione ha responsabilità forti rispetto alla qualità dell’offerta culturale, così come sancisce la Concessione del Consiglio federale alla SSR, in cui si codifica come offrire la cultura e l’informazione sia un compito centrale per la radiotelevisione di servizio pubblico a cui è dato il mandato di occuparsi di “questioni rilevanti per la società concernenti l’informazione, la cultura e la formazione”. Non per caso, sempre nella Concessione, viene indicato esplicitamente come il secondo programma radiofonico RSI debba essere “prevalentemente dedicato all’arte e alla cultura classiche e moderne e alle informazioni di approfondimento”.
Con queste premesse non possiamo, come Associazione per la difesa del servizio pubblico, che rigettare questa idea di riduzione del parlato al 10% sulla Rete due e invitare il nuovo Direttore Mario Timbal, appena nominato e a cui facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, a mantenere alla cultura la cura, lo spazio e le risorse ad essa necessarie per rispondere al mandato di servizio pubblico assegnato alla RSI, soprattutto in una realtà minoritaria a livello linguistico e culturale come la nostra.
In tal senso l’Associazione per la difesa del servizio pubblico invita la popolazione a sottoscrivere la petizione che sta circolando nella Svizzera italiana in sostegno alla cultura di approfondimento alla RSI.