Graziano Pestoni, presidente dell'Associazione per la difesa del servizio pubblico
L’Associazione per la difesa del servizio pubblico (ASP) è molto preoccupata. Il decreto cantonale in votazione il 15 maggio, che vuole fissare un limite di spesa, costituisce infatti un duplice attacco.
Innanzi tutto è un attacco al servizio pubblico. Se questa proposta fosse accolta tutto il servizio pubblico sarebbe in difficoltà: EOC, Organizzazione sociopsichiatrica cantonale, scuola, servizi sociali e amministrativi, case per anziani, istituti per minori, trasporti pubblici. Impedirebbe contributi sempre più indispensabili per ridurre i premi delle casse malati, per promuovere le cure dentarie o ancora interventi a favore dell’economia e dell’occupazione.
In secondo luogo è un attacco alla democrazia. Esso impedirebbe al parlamento di svolgere il proprio lavoro, definito in modo chiaro e trasparente dalla nostra costituzione. Infatti, i rappresentanti del popolo, anche se lo volessero, non potrebbero più accettare nuovi compiti e nuovi interventi anche se giudicati importanti e magari pure urgenti.
I promotori di questa proposta dimenticano che i cittadini, nel nostro ordinamento giuridico, dispongono già, e da lungo tempo, di due preziosi strumenti per controllare le decisioni parlamentari o per proporre nuove disposizioni: i diritti di referendum e di iniziativa popolare.
L’ASP confida pertanto che il 15 maggio la popolazione respinga questi modi estranei alla nostra tradizione e alle nostre istituzioni, inutili e controproducenti, portatori solo di burocrazia. Le nostre istituzioni non necessitano di altri strumenti e tantomeno di museruole che impedirebbero il loro corretto lo svolgimento.