Lorenzo Quadri - Municipale di Lugano e Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
Domenica prossima 9 giugno bisogna votare NO alle misure di compensazione IPCT; in caso contrario, centinaia di milioni di franchi dei contribuenti ticinesi finiranno in un pozzo senza fondo. Sull’arco di 20 anni, le misure di compensazione costeranno quasi 800 milioni (21.8 milioni all’anno più l’accantonamento di 300 milioni) ai quali va aggiunto il mezzo miliardo già stanziato nel 2012. Siamo vicini quota 1.3 miliardi. Con appena il 50% di possibilità che questa somma stratosferica possa risolvere il problema. Ergo, tra qualche anno i contribuenti saranno di nuovo ricattati e chiamati a mettere mano al borsello.
La cassa pensioni del Cantone è quella con il peggior grado di copertura della Svizzera (64.85%). Però il tasso di conversione è il più alto in assoluto (6.05%; fino allo scorso anno era addirittura del 6.17%). Traduzione: si offrono prestazioni di lusso senza però avere i soldi necessari.
Il serbatoio della Rolls Royce è vuoto. La partitocrazia sapeva da decenni che, con il carburante a disposizione, poteva permettersi di far viaggiare al massimo una Toyota. Però ha voluto mantenere la Rolls Royce per calcolo elettorale. Giuliano Bignasca, già due decenni fa, fu tra i primi a denunciare questa situazione. Adesso siamo alla resa dei conti.
Chi, diversamente dal Ticino, i compiti li ha fatti, ha anche ottenuto dei risultati. Ad esempio: l’istituto previdenziale di Lucerna ha un grado di copertura del 109.7% con un tasso di conversione del 5.20%. Quello di Zurigo ha una copertura del 102.9% ed un tasso di conversione del 4.86%; Nel Canton Grigioni, la copertura è addirittura al 113.2%, con un tasso di conversione del 4.70%.
ErreDiPi alle recenti elezioni è entrata in forze nel CdA di IPCT in rappresentanza degli affiliati, ottenendo tre posti su cinque a scapito dei sindacati storici. L’ovvia conseguenza sarà una politica di rivendicazione ad oltranza, a spese dello “Stato” ossia dei contribuenti; oltretutto portata avanti con metodi non svizzeri. Un motivo in più per votare no alle misure di compensazione.
Il coordinatore ErreDiPi ha dichiarato, dopo l’ultima manifestazione di piazza risoltasi con un flop (partecipazione infima) che “l’importante è smontare una narrazione”. Giusto: l’importante è smontare la narrazione di ErreDiPi, Vpod e compagnia brutta, le quali continuano a ripetere che, in caso di No il 9 giugno, le pensioni degli affiliati ad IPCT sarebbero “tra le peggiori della Svizzera e vicine al minimo LPP”. Non è vero. I dati usati dal fronte del Sì sono taroccati, in quanto non tengono (volutamente) conto del fatto che lo stipendio assicurato secondo la LPP (piano minimo) e lo stipendio assicurato calcolato da IPCT sono diversi.
Anche senza le compensazioni poste in votazione, la rendita obiettivo di IPCT rimarrà
di molto superiore sia al minimo di legge che alle condizioni medie degli altri lavoratori dipendenti in Ticino: prendendo ad esempio un collaboratore statale che lavora al 60% con un salario annuo di 50’000 franchi, la maggior rendita rispetto alle prestazioni minime previste dalla legge LPP, anche senza compensazioni, sarà pari al 67%; mentre un alto funzionario impiegato al 100% con un salario di 150’000 franchi beneficerà addirittura di un “surplus” del 133%. Numerosi lavoratori del privato, per contro, devono sì accontentarsi del minimo di legge.
Altrimenti detto: IPCT continuerà ad offrire delle prestazioni interessanti anche senza misure di compensazione. Senza contare che i suoi affiliati beneficiano della rendita ponte e dell’adattamento delle rendite all’inflazione, che il minimo LPP invece non prevede.
Va pure ricordato che le misure di compensazione andranno a beneficio dei funzionari “anziani”, con stipendi alti ed una carriera piena. Non certo dei giovani, o delle donne con interruzioni di carriera, che continueranno a finanziare le rendite dorate altrui.
A dir poco surreale il tentativo di ErreDiPi di far credere che “altre casse pensioni potrebbero seguire l’esempio e tagliare sulle rendite”.
Le altre casse pensioni, diversamente da quella del Cantone, si sono rimesse in carreggiata da un bel pezzo. Gli affiliati hanno dovuto pagare il prezzo del risanamento, va da sé senza alcun contributo statale. E adesso questi stessi cittadini dovrebbero venire di nuovo chiamati a mettere mano al borsello per finanziare le “misure di compensazione” a beneficio degli affiliati ad IPCT? Ma anche no!