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L'OSPITE – ARNO ROSSINIGazidis irrispettoso, Boban scornato, Zhang irresponsabile, Marotta incazzato, quante pene tra Milan e Inter

04.03.20 - 07:00
I rossoneri litigano in casa loro. I nerazzurri litigano con il mondo. La Milano pallonara è un terremoto.
Keystone (foto d'archivio)
Gazidis irrispettoso, Boban scornato, Zhang irresponsabile, Marotta incazzato, quante pene tra Milan e Inter
I rossoneri litigano in casa loro. I nerazzurri litigano con il mondo. La Milano pallonara è un terremoto.
Lo scontro Gazidis-Boban e l'attacco di Zhang alla Lega Calcio hanno movimentato la settimana di Milan e Inter.
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MILANO - Per motivi diversi e con risultati diversi, la Milano calcistica sta attraversando una nuova stagione di passione. Negli scorsi mesi sia in casa rossonera che in quella nerazzurra si sono completate delle rivoluzioni. Da una parte sono arrivati Zvone Boban, Paolo Maldini e, in panca, Marco Giampaolo (poi silurato). Dall'altra è invece stato dato il benvenuto agli ex bianconeri Antonio Conte e Beppe Marotta. La scelta migliore? I risultati hanno premiato la Beneamata, in corsa per lo scudetto con Lazio e Juventus. Il Diavolo, invece, si è ripreso solo recentemente dopo un autunno deludente. Numeri a parte, in entrambe le sedi - per motivi diversi - le ultime ore sono state caldissime. Strilli, sparate, frustrazione, a Milanello e alla Pinetina non si sono fatti mancare nulla.

Chi sta peggio?
«Sicuramente il Milan – ha sottolineato Arno Rossini - i cui litigi a livello dirigenziale rischiano di influire sulla corsa della squadra».

Riepiloghiamo. Ivan Gazidis, ad e dg dei rossoneri, si è preso la libertà di contattare l'ex mister di Lipsia e Hoffenheim Ralf Rangnick per giugno. Il tutto senza interpellare Boban e Maldini, che in teoria si sarebbero dovuti occupare della gestione sportiva del club.
«Ha fatto bene? Ha fatto male? Di sicuro ha sbagliato modi e tempi. Per esempio, visto che le ha fortemente volute al suo fianco, prima di muoversi avrebbe dovuto interpellare o almeno informare le due storiche bandiere rossonere, chiamate tra l'altro per far nuovamente innamorare i tifosi».

Perché di un fondo non ci si può innamorare...
«Esatto. L'epopea di Berlusconi, quella della passione, del cuore, dell'identificazione, ha lasciato il segno e non è più tornata».

Boban e Maldini hanno quindi ragione?
«La ragione... ce l'ha chi mette i soldi. In questo caso il fondo Elliott, che ha preso la società pensando di recuperare quanto investito. E di guadagnare. Per questo al timone di tutto è stato messo Gazidis, che già all'Arsenal aveva fatto un ottimo lavoro, coniugando competitività a livello sportivo e bilanci sani. Con quella politica i Gunners si sono costruiti e pagati lo stadio».

Perché allora la polemica di Zvone, che ha definito il suo capo “inelegante e irrispettoso”?
«Proprio perché si è visto scavalcato e ha visto svuotata di poteri la sua posizione. Il croato non ha criticato la scelta di Rangnick, ha criticato il fatto di essere stato tagliato fuori. E non si è fatto problemi a lamentarsi pubblicamente».

Gazidis ha quindi sbagliato?
«Nella forma sicuramente. Che poi si sia mosso semplicemente da dirigente che risponde alla proprietà è un altro discorso. Ha dato a Boban e Maldini la possibilità di lasciare il segno e questi, scegliendo Giampaolo e completando acquisti non del tutto azzeccati, hanno fallito. Se si guarda agli obiettivi e al percorso, la separazione, che sembra inevitabile, ci sta tutta».

L'altra Milano ha sorpreso per la sparata via social di Steven Zhang, presidente nerazzurro. Questo, al termine di giorni convulsi attorno al rinvio di Juventus-Inter, ha dato del pagliaccio al numero uno della Lega di Serie A.
«Atteggiamento sconsiderato, da irresponsabile. Un'uscita del genere non è tollerabile né scusabile».

Attorno al derby d'Italia si è però fatta parecchia confusione. Prima si è deciso di disputarlo a porte chiuse. Poi è stato rinviato. Il motivo? Sembra che la scelta sia arrivata per le pressioni dei bianconeri, non disposti a rimborsare quanti avevano già acquistato il biglietto. C'è però anche chi dice che un “prodotto” venduto in tutto il mondo a porte chiuse non avrebbe tirato...
«Fatto sta che l'Inter l'ha presa male».

Il rinvio a maggio svuoterebbe forse di significato uno scontro che potrebbe decidere il campionato.
«Esatto. E in questo mi sento di dire che la società meneghina ha ragione: tralasciando le motivazioni che hanno spinto al rinvio, è corretto dire che la sfida avrebbe un peso diverso se disputata ora o a fine stagione. Ciò non giustifica in ogni caso le parole di Zhang».

Non si può protestare?
«Non ha protestato, ha insultato un dirigente della Lega Calcio. E lo ha fatto pubblicamente. Forse, se fosse avvenuta tra quattro mura, la scenata avrebbe anche avuto senso, così però... Il numero uno nerazzurro ha vestito i panni dell'esempio, pessimo, per tutto un popolo di tifosi. Vedendo il loro rappresentante massimo comportarsi in questo modo, molti fan potrebbero infatti sentirsi autorizzati ad alzare ulteriormente i toni. Zhang ha aizzato le folle. Ha fatto scoccare una scintilla che spero non si trasformi in un incendio. Forse non si rende conto di quanto sbagliato – e grave - potrebbe essere la sua uscita: il rischio di dare luogo a comportamenti violenti è infatti elevato».

Anche Marotta non è stato zitto.
«Si è incazzato, lo ha però fatto con un altro stile. Ha toccato i tasti giusti senza tuttavia offendere nessuno. Si è comportato da dirigente navigato, non certo – come il suo presidente – da figlio di papà».

Beppe da Varese è uno dei migliori dirigenti di calcio a livello internazionale.
«La Juve, secondo me, lasciandolo partire ha perso moltissimo. E moltissimo ha invece guadagnato l'inter. Marotta è di certo il miglior acquisto della Beneamata, possiamo dirlo a voce alta, ed è il motivo per il quale a Milano, sponda nerazzurra, potrebbero tornare a festeggiare lo scudetto».

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