Fatta la gavetta, con la Pramac lo spagnolo punta… la Ducati
«È stato duro ai tempi della Rookies Cup, quando la mia famiglia non aveva soldi e per continuare abbiamo avuto bisogno di aiuto».
ZELTWEG - dal nostro corrispondente, Leonardo Villanova
La fame fa spesso la differenza. E da ragazzino Jorge Martín ne ha avuta tanta. E continua ad averne. Perché la sua è la storia di chi grazie al talento, al lavoro e alla perseveranza, è riuscito ad arrivare lassù dove sognava anche se i mezzi, leggi i soldi, mancavano. «Quando arrivi in MotoGP hai già fatto quasi tutto, il duro è stato ai tempi della Rookies Cup, quando la mia famiglia non aveva soldi e per continuare abbiamo avuto bisogno di aiuto», ha raccontato Jorge nella festa del dopogara. Il suo talento lo ha aiutato a emergere prima nella Rookies Cup, vinta nel 2014 e poi nel Mondiale, dove ai primi passi in Moto3 si è trovato a dividere il box con Francesco Bagnaia prima di spiccare il volo con Fausto Gresini e prendersi il titolo. Quel Bagnaia che con la sua stessa moto domenica a Zeltweg è partito per vincere e che invece, tradito dalla gomma posteriore della Michelin, alla fine è sprofondato undicesimo. Mentre Jorge e la Ducati del team satellite Pramac andavano a prendersi la gloria.
Sono pochi i piloti che al primo anno in classe regina sono riusciti subito a vincere una gara. Scomodando nomi pesanti, con l’eccezione di Brad Binder lo scorso anno a Brno, prima di Martín c’erano riusciti Marc Marquez, Jorge Lorenzo, Daniel Pedrosa, Valentino Rossi. Nomi scolpiti nel granito del Mondiale. Ci ha impiegato un po’ più di Marc e Jorge e un po’ meno di Valentino. Ma va considerato come in questa sua prima stagione Martín sia salito sulle montagne russe, con la pole position e il terzo posto al GP del Qatar, la seconda gara, alla quale subito dopo ha fatto seguito la tremenda carambola nelle prove libere del GP di Portogallo che gli ha lasciato in regalo sette fratture, sistemate con tre operazioni chirurgiche. Meno di quattro mesi fa Jorge era bloccato nel letto di un ospedale, domenica eccolo invece sul gradino più alto del podio al termine di una gara perfetta, sempre in testa e sempre in controllo dopo essere partito dalla sua seconda pole position. Tanto che, dopo averlo visto correre e crescere con una facilità disarmante, in Ducati qualche domanda iniziano a farsela: e se fosse Martín il pilota su cui puntare nel futuro? Perché il suo compagno in Pramac Johann Zarco, pur veloce, sembra plafonato nelle prestazioni. E del duo ufficiale, Jack Miller dopo due belle vittorie nelle ultime gare si è fatto notare soprattutto per gli errori, mentre Bagnaia, tra errori, problemi e sfortune, per un verso o per l’altro non riesce mai a raccogliere quel che semina. Tra pochi giorni, sempre a Zeltweg, si torna in pista per la rivincita. E questa volta, Martín non partirà solo come un possibile outsider.