Il dolore non conta, si deve (provare a) vincere
Bagnaia ma non solo: Marquez, Doohan, Lorenzo… superuomini a due ruote.
MISANO ADRIATICO - Il più “pazzo” di tutti, ma anche il più mal consigliato di sempre, con tutte le conseguenze che ne sono poi derivate, è stato lui, Marc Marquez. Perché quel rientro folle a Jerez, a soli quattro giorni dall’operazione sostenuta per ridurre la frattura dell’omero destro (un osso molto importante) subita 48 ore prima sulla stessa pista andalusa, alla fine gli è costata una buona parte della carriera. E probabilmente, qualche titolo mondiale.
Andando a ritroso nella storia, tra gli episodi più eclatanti di ritorno alle corse dopo un grave infortunio, quel tentativo di Marc del luglio 2020 merita infatti il gradino più alto del podio. Sia a livello di follia, sia come azzardo più fallimentare di sempre. Un eccesso di superbia sostenuto in quel caso dall’organizzazione della Dorna, pronta a celebrare l’impresa del campione capace secondo molti di vincere anche con un braccio solo, e non impedito da una Honda che in questi anni ha dimostrato di essere molto succube del catalano.
Già nel 2013 a Silverstone autore di un rientro coraggioso (lussazione di una spalla nel warm-up prima di andare a perdere in volata la gara), Marc condivide uno dei ritorni più sorprendenti con Jorge Lorenzo. In quello stesso anno ad Assen, infatti, il maiorchino cadde nel secondo turno del giovedì (allora si correva di sabato) rompendosi la clavicola sinistra. Finita? No. Volò immediatamente a Barcellona per essere operato nella serata, saltò le qualifiche del giorno dopo, ma, da 12esimo sullo schieramento, in gara chiuse incredibilmente sesto con i punti ancora freschi. Il weekend successivo però, cadendo al Sachsenring, piegò la placca alla clavicola e fu costretto a fermarsi, lasciando così strada in campionato a Marquez.
Altri precedenti illustri passati alla storia? Lo stoicismo di Loris Capirossi, uno abituato a soffrire, che nel 2000 ad Assen cadde nel warm-up fratturandosi una mano. Con l’aiuto del dottor Claudio Costa, sistemò l’arto alla bell’e meglio. Prima di essere autorizzato a correre dovette tuttavia superare l’esame di un feroce medico olandese, che lo costrinse a fare le flessioni. Con le lacrime agli occhi, Loris obbedì, in gara fece terzo, poi quasi svenne all’arrivo.
Sempre Assen, otto anni prima, proprio Loris fu testimone dell’incidente che quasi costò l’amputazione della gamba destra di Mick Doohan, salvato anche qui dal dottor Costa che lo “rapì” dall’ospedale di Groningen per portarlo in Italia. L’australiano saltò tre gare, tornò e perse di poco il titolo. Poi però iniziò un dominio che gli valse cinque Mondiali di fila. E veniamo ai giorni nostri: per fortuna nella bruttissima caduta di Barcellona, con Brad Binder che gli è passato sopra la gamba destra, Francesco Bagnaia non si è fatto “troppo” male, ma con il GP di Misano Adriatico alle porte, è chiaro che il suo stato fisico non sarà ottimale. Però, il leader del Mondiale non ha nessuna intenzione di arrendersi. Se otterrà l’autorizzazione per salire subito in moto lo scopriremo presto, già oggi.