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SVIZZERALa scorta di materiale? «Era prevista già negli anni Novanta»

25.03.20 - 09:09
Robert Steffen era responsabile del primo piano svizzero per la lotta alle epidemie.
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
La scorta di materiale? «Era prevista già negli anni Novanta»
Robert Steffen era responsabile del primo piano svizzero per la lotta alle epidemie.
«Apparentemente, pare che in seguito questo aspetto sia stato in parte trascurato».

BERNA - Il primo piano svizzero di lotta contro le pandemie, del 1990, prevedeva la costituzione obbligatoria di scorte di mascherine e tute protettive. Lo ha spiegato, in un'intervista pubblicata oggi dai giornali del gruppo Tamedia, Robert Steffen, che all'epoca era responsabile della sua attuazione.

«C'erano state intense discussioni sulla questione dei materiali», ha dichiarato Steffen. Il piano era stato elaborato su mandato dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). «Apparentemente, pare che in seguito questo aspetto sia stato in parte trascurato», ha aggiunto, facendo riferimento alla carenza attuale di equipaggiamenti di protezione.

Una delle preoccupazioni principali era evitare «una cacofonia federalista» e lasciare la scelta al Consiglio federale. Questo aspetto è ora stato regolato dalla legge sulle epidemie. «Gran parte di ciò che viene implementato ora era già stato sviluppato all'epoca», ha affermato Steffen.

La precedenza - Negli ospedali bisogna dare priorità alla creazione di un'unità di cure intense e per l'isolamento. Ciò significa rinunciare a interventi chirurgici e a ricorrere, per quanto possibile, a cliniche specializzate, tende e sale d'esposizione per trattare le persone infette, ha affermato.

L'informazione - Lo scambio con i media e gli esperti è «estremamente importante» in una crisi, osserva Steffen. «Fortunatamente, quest'aspetto sta andando bene al momento». I media, ma anche i partiti politici, hanno seguito le raccomandazioni del Consiglio federale e dell'UFSP.

«Troppe misure creano il caos» - Steffen dice poi di sostenere l'azione del governo contro la diffusione del coronavirus. Se la Confederazione avesse adottato misure restrittive più rapidamente, sarebbero scoppiate proteste tra la popolazione e i lavoratori del settore sanitario. «Sarebbe stato rischioso», ha concluso.

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