Un gruppo di esperti chiede una diagnosi dei nuovi casi di Covid-19 più puntuale. Ma non è una panacea.
ZURIGO - Affinché la Svizzera torni più velocemente alla normalità dopo l’emergenza coronavirus, l’epidemiologo Marcel Salathé chiede che vengano eseguiti test per diagnosticare l’infezione già in presenza di sintomi lievi. L’obiettivo: identificare velocemente tutti i nuovi casi e isolarli. Il metodo, sottolinea però, è efficace in presenza di pochi nuovi casi giornalieri: per appiattire la curva dei contagi continuano a essere cruciali le misure in vigore.
Salathé avanza insieme ad altri esperti la proposta che la Svizzera adotti l’approccio “test-isolate-quarantine” (“testa-isola-metti in quarantena”): «Con questo metodo devono essere innanzitutto testate molte più persone», spiega l’epidemiologo del Politecnico di Losanna in un’intervista pubblicata oggi dalla NZZ. «Isolare velocemente i malati, però, non basta», precisa. «Una persona infetta è infatti contagiosa già prima di lamentare i primi sintomi», ricorda. È necessario quindi rintracciare anche tutte le persone che abbiano avuto contatti con lei perché si mettano in quarantena.
Una pratica, quest’ultima, che viene già seguita. I test, al contrario, sono somministrati come da raccomandazioni federali solo alle persone con sintomi gravi o a elevato rischio, oltre che agli operatori sanitari. Alle persone con sintomi lievi e senza profilo di rischio, invece, viene generalmente solo raccomandato l’auto-isolamento per 10 giorni.
«Bisogna immaginarlo così: come malato di Covid-19 si è un come una scintilla che può rapidamente determinare un incendio boschivo», spiega Salathé. «Per questo non deve essere trascurato nessun caso», sottolinea.
Mentre, fino a poche settimane fa, non aveva la necessaria capacità di condurre test, la Svizzera può ora somministrarne circa 7’000 al giorno. Un numero ancora insufficiente, tuttavia, secondo l’epidemiologo: «Chiunque abbia tosse o altri sintomi dovrebbe potersi fare testare velocemente e facilmente», sostiene. Specialmente chi lavora nella sanità o entra in contatto con tanta gente, aggiunge, dovrebbe farsi controllare a più riprese.
La distanza sociale, la riduzione dei contatti e la chiusura dei locali pubblici, però, sono ancora cruciali e lo saranno almeno fino a fine aprile: «Finora vediamo che la curva dei contagi si appiattisce leggermente, ma la flessione non è ancora marcata come dovrebbe essere», commenta Salathé. Dal punto di vista scientifico, il metodo “test-isolate-quarantine” funziona se ci sono solo pochi nuovi casi al giorno. Quando il numero è troppo alto, invece, è difficile rallentare la crescita.