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Coronavirus, 18'267 casi e almeno 432 morti in Svizzera

SVIZZERACoronavirus, 18'267 casi e almeno 432 morti in Svizzera

02.04.20 - 13:05
Rispetto a ieri si tratta di 1'128 malati e 54 decessi in più.
Keystone
Coronavirus, 18'267 casi e almeno 432 morti in Svizzera
Rispetto a ieri si tratta di 1'128 malati e 54 decessi in più.
Le autorità federali continuano a esortare la popolazione al rispetto delle regole. Intanto anche Uri registra il primo decesso provocato dal Covid-19.

BERNA - I casi di coronavirus in Svizzera sono in aumento costante. Secondo i dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sono ora 18'267, ovvero 1'128 in più rispetto a ventiquattro ore fa. Almeno 432 persone sono morte. La Svizzera ha ora una delle incidenze più alte (213/100'000) in Europa. Ma siamo anche tra i Paesi che fanno più tamponi al mondo. «Abbiamo eseguito 139'330 test», precisano le autorità. «Circa il 15% di essi sono risultati positivi».

Le esortazioni del Governo - Parlando della situazione che vive il Paese e delle misure instaurate dal Governo, i consiglieri federali Guy Parmelin e Karin Keller-Sutter ieri hanno nuovamente esortato la popolazione a rispettare le direttive dell'esecutivo e dell'UFSP per arginare il contagio. «Ci troviamo nel mezzo della peggiore crisi dai tempi dalla Seconda guerra mondiale», precisava ieri il Ministro dell'economia. «Non bisogna abbassare la guardia. Anche durante le belle giornate di aprile il popolo è invitato di rispettare le regole emanate dal Governo. So che è difficile stare in casa quando fuori splende il sole. Ma bisogna farlo. Per non buttare all'aria quanto fatto finora»

141 decessi in Ticino - E la situazione rimane critica in tutto il Paese. Il Ticino resta la regione più colpita con ben 2'271 casi positivi e 141 decessi provocati dal Covid-19. Nelle ultime ventiquattro ore si sono registrati 76 nuovi contagi e nove persone hanno perso la vita a causa del virus. L'incidenza della malattia in Ticino non ha eguali nel resto della Confederazione. Il nostro cantone con 638,5 casi per centomila abitanti precede infatti Ginevra (491,3) Vaud (478,8) e Basilea Città (413,8).

Primo morto a Uri - Anche Uri conta il primo decesso provocato dal Covid-19. «Si tratta - precisa il Cantone - di una donna di 75 anni deceduta ieri all'ospedale cantonale, che non aveva malattie preesistenti di rilievo». La paziente ha chiesto di non essere mantenuta artificialmente in vita. Uri presenta attualmente 59 casi accertati d'infezione: nove persone sono ricoverate.

Ospedalizzazioni e decessi - Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 1'909 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 70. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Gli uomini morti sono infatti 276 (64%), mentre le donne decedute sono 156 (36%). L'età delle vittime varia dai 32 di una paziente ginevrina - che già soffriva di varie gravi patologie - ai 101 anni. L'età mediana dei decessi è di 82,5.

Ripartizione della malattia - Il rapporto sulla situazione epidemiologia dell'UFSP mostra altri dati che concernono la diffusione del virus. La malattia ha colpito persone tra gli 0 e i 102 anni. L'età mediana è di 53 anni. Il 48% delle persone finora colpite sono uomini, il 52% donne. Gli adulti hanno una maggior predisposizione ad ammalarsi rispetto ai bambini.

Consultazioni ambulatoriali - Nella settimana dal 21 al 27 marzo, i medici del sistema di dichiarazione Sentinella hanno dichiarato 48,1 consultazioni dovute a sospetto di Covid-19 su 1'000 consultazioni. Ciò significa che il 4.8 % di tutte le consultazioni in studio medico e durante le visite a domicilio è dovuto a un sospetto coronavirus. Estrapolato all'intera popolazione, ciò corrisponde a circa 337 consultazioni per 100'000 abitanti, un dato in aumento rispetto alla settimana precedente.

Contattare prima il medico - I medici Sentinella hanno anche dichiarato 787 consultazioni telefoniche dovute a sospetto di Covid-19 per 1'000 consultazioni in studio medico e visite a domicilio. Nel 27 % di questi pazienti è stato indicato l'autoisolamento a casa perché rispondevano ai criteri, e nell'1 % il ricovero in ospedale è stato necessario. Questo mostra che la maggior parte dei pazienti si tiene alle raccomandazioni dell’UFSP di contattare dapprima un medico al telefono.

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