In Svizzera meno 60 per cento rispetto a un anno fa
BERNA - Le misure attuate per lottare contro la propagazione del coronavirus hanno frenato fortemente i flussi migratori in Europa. Nel secondo trimestre del 2020, la Svizzera ha registrato 1'314 domande d'asilo, ovvero il 60% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Prendendo in considerazione il solo mese di giugno, le domande sono state 606, a fronte di 1'003 nel giugno 2019, con una riduzione del 39,6%, indica oggi in una nota la Segreteria di Stato della migrazione (SEM). In maggio, si era avuta una diminuzione del 69,3% rispetto a un anno prima.
Sempre in giugno, i principali Paesi di provenienza dei richiedenti asilo sono stati l'Eritrea con 149 domande (47 in più rispetto a maggio), l'Afghanistan (118 domande, +68), l'Algeria (50, +26), la Siria (49, +1) e la Turchia (39, +17).
Durante il mese di giugno, 93 persone hanno lasciato il territorio elvetico sotto il controllo delle autorità o sono state rimpatriate. Nel quadro delle misure di prevenzione dell'epidemia di Covid-19, fino al 15 giugno la Svizzera ha applicato restrizioni d'entrata in provenienza da tutti gli Stati dello spazio di Schengen, ad eccezione del Liechtenstein. Queste restrizioni hanno avuto quale conseguenza la sospensione dei trasferimenti dei cosiddetti casi Dublino.
In giugno, la SEM ha trattato 1'225 richieste in prima istanza: su 109 non è entrata nel merito, in 424 casi ha concesso l'asilo e in 350 un'ammissione provvisoria. Quelle che rimangono in sospeso sono 4'862, in diminuzione di 521 unità rispetto al mese precedente.