È finita con le scuse e i complimenti della parte danneggiata la bravata di un gruppo di giovani sangallesi.
Vittima della loro «stupidaggine» anche un'arnia, rovesciata a terra: «Non si sono nemmeno accorti che fosse caduta. Probabilmente qualcuno ci ha inciampato nel buio».
REBSTEIN - Dal canton San Gallo arriva una storia per coloro che ritengono che i giovani non abbiano più alcuna morale. Se è infatti vero che i protagonisti hanno causato danni a una proprietà privata nel corso di una nottata alcolica, è vero anche che, "ricercati" su Facebook, hanno subito contattato la locataria e i proprietari per incontrarli e scusarsi.
I fatti sono avvenuti a Rebstein, in un campo che ospita le arnie di un'apicoltrice che, sabato mattina, ha trovato un albero di mele abbattuto, altre piante danneggiate per mezzo di un'ascia e un'arnia gettata a terra. A dare un indizio sui possibili autori del gesto è stata la videocamera di sorveglianza di un orto collettivo lì vicino: in un fermo immagine delle 2.20 della notte precedente si vedono diversi giovani nei pressi dell'arnia.
«Ho postato la foto su Facebook nella speranza che qualcuno li riconoscesse», spiega l'apicoltrice a 20 Minuten. Pubblicato lo scatto su un gruppo locale, la donna non ha però dovuto attendere molto perché gli autori stessi del danneggiamento le telefonassero.
«Mi hanno chiesto se potessero incontrarmi - racconta -. Sono rimasta sorpresa». A colloquio, i giovani si sono scusati con l'apicoltrice e con i proprietari del terreno per i danni causati e hanno fornito la loro ricostruzione dei fatti.
«Hanno festeggiato un compleanno, bevuto alcol e trovato un'ascia. Con quest'ultima hanno a quanto pare voluto abbattere un albero perché non l'avevano mai fatto», riporta l'apicoltrice. Dell'arnia caduta non si erano nemmeno accorti: «Probabilmente qualcuno ci ha inciampato nel buio».
Dopo che i responsabili del danneggiamento si sono fatti vivi spontaneamente e si sono offerti di sostituire il melo abbattuto, l'apicoltrice ha deciso di non sporgere denuncia. «Ho grande stima per questi giovani - confessa -. Ci vuole tanto coraggio per prendersi le proprie responsabilità». Una pena per una simile «stupidaggine», afferma, non sarebbe proporzionata.
Di avviso diverso è la polizia cantonale. Per bocca del suo portavoce, Florian Schneider, invita in particolare a denunciare tutto quanto accade al fine di poter avviare le relative azioni penali. La caccia ai responsabili, inoltre, non dovrebbe avvenire tramite social: «La ricerca non dovrebbe passare da Facebook, è un compito di polizia», sottolinea Schneider.