Una manifestazione sul Covid ad Altdorf (UR) e poi proteste che minacciano di essere violente nei dintorni di Zurigo.
Questo il programma del prossimo week-end. Polizia e Autorità si domandano come dovranno affrontare la situazione.
ZURIGO - Rivolte a Zurigo e Winterthur, ma anche una manifestazione sul Coronavirus ad Altdorf (UR). Il prossimo fine settimana si prevede caldo. Su Internet si moltiplicano le segnalazioni di eventi illegali, tanto da preoccupare le Autorità.
«Se si va avanti così la polizia non sarà più in grado d'intervenire», sottolinea il Consigliere di Stato sangallese Fredy Fässler. «Nonostante vi sia un'ottima collaborazione tra i Cantoni, la polizia non è attrezzata per interventi così continuativi», prosegue il presidente della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia della Svizzera. «Quando si lavora con i giovani adulti - aggiunge -, la polizia è accompagnata da squadre speciali che intervengono dialogando, nel tentativo di spiegare la situazione. Come accaduto domenica sera nel centro di San Gallo».
Non ci sono regole concrete - Il professore di diritto costituzionale Patrice Martin Zumsteg, però, mette in dubbio procedure quali l'espulsione, ritenendo che violini i diritti fondamentali. «Se è consentito formare un'enorme coda davanti al negozio Louis Vuitton, il fine settimana nel centro di Zurigo, dovrebbe anche essere possibile riunirsi per manifestare», sottolinea l'avvocato. «Questo - spiega - perché c'è un diritto fondamentale che è quello di potersi riunire e di esprimersi liberamente. Occorre pertanto elaborare regole concrete sulle modalità di esercizio di questo diritto fondamentale, nonostante una pandemia, nel rispetto delle norme sulla distanza». «Solo perché i giovani non sono abili a partecipare a un discorso politico, non significa che non possano avere delle proprie opinioni e non debbano poterle esprimere», conclude Zumsteg.
Includere i giovani nel processo decisionale - Il problema principale per quanto riguarda i giovani «è che sono costantemente sottovalutati», spiega l'esperto Thomas Kessler: «I ragazzi vogliono assumersi responsabilità ed essere coinvolti nelle decisioni. Le loro esigenze devono essere prese sul serio, altrimenti la frustrazione verrà scaricata in modo distruttivo».
Anche Kessler vede delle incongruenze nello status quo: «Non può essere che i grandi magazzini siano sovraffollati, e i giovani non possano avere la possibilità di stare all'aria aperta secondo certe regole. La Svizzera è un Paese dell'innovazione. Deve dimostrarlo ancora una volta».
Al momento non è dato sapere se e come la polizia si stia preparando a livello nazionale per affrontare queste situazioni: «Per ragioni tattiche, non possiamo fornire informazioni circa le risorse impiegate o il lavoro preparatorio», ha spiegato, interpellata, la Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia della Svizzera.