La pandemia ha reso molte persone più aggressive. A farne le spese è spesso chi lavora in campo medico o nei trasporti.
Il personale sanitario, ma anche quello che lavora su treni e aerei, è sempre più alle prese con gente nervosa.
ZURIGO - In inglese si chiama "Covid rage" (rabbia da Covid). Persone in precedenza pacifiche che sono diventate molto più aggressive con la pandemia. Ripetute chiusure e restrizioni, paura del virus e delle sue varianti, isolamento sociale, telelavoro. Le cause possono essere molteplici, come illustrato in un articolo odierno della "SonntagsZeitung".
A pagare il prezzo dell'emergenza di questa "patologia" sono in particolare il personale di cura e tutte le persone impegnate in prima linea nella lotta al coronavirus. «L'aggressività, già presente in precedenza, dà l'impressione di essere in aumento nei confronti del personale sanitario», ha indicato al domenicale svizzero-tedesco Roswitha Koch dell'Associazione svizzera degli infermieri (ASI).
Colpiti anche treni e aerei - Altri settori economici sono tuttavia interessati dal fenomeno, in particolare quello dei trasporti. Alcune compagnie aeree avrebbero infatti segnalato più di 1'000 incidenti di questo tipo nel giro di una sola settimana. Swiss, ad esempio, riferisce che sono sempre più frequenti le "discussioni" con i passeggeri, che sfociano in una denuncia alle autorità. Anche la polizia deve fare capolino più spesso sugli aerei. Una possibile spiegazione: i viaggiatori salgono a bordo nervosi e stressati dalle procedure amministrative e dalle regole diverse tra i vari paesi. Stessa storia sui treni: le FFS rilevano infatti un «aumento dei conflitti».
Insomma, come conclude il domenicale, il Covid ci costa già tanto in termini di vite e pure in termini finanziari. Almeno i nervi andrebbero salvaguardati.