Ne è convinto il segretariato generale della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità.
BERNA - Il Segretariato generale della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità (CDS) ha delle riserve su una rapida abolizione dell'obbligo del certificato Covid. Innanzitutto, il numero di nuove infezioni da coronavirus deve diminuire in modo sostenibile.
Anche per quanto riguarda i ricoveri e il tasso di positività ai test si deve attendere prima un calo, ha detto il segretario generale della CDS al "Tagesschau", il telegiornale della televisione svizzero tedesca SRF.
La settimana scorsa, un'alleanza costituita da esponenti dei partiti borghesi, come anche Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), Federazione dell'albergheria e della ristorazione svizzera GastroSuisse, l'associazione che riunisce i centri fitness e l'associazione nazionale di settore che rappresenta le preoccupazioni dell'industria delle comunicazioni in diretta (EXPO EVENT Swiss LiveCom) avevano chiesto la revoca immediata di tutte le misure adottate per contrastare il coronavirus. Oggi l'UDC, in un comunicato, ha ribadito la richiesta di porre fine all'obbligo del certificato Covid.
Il pass Covid è stato anche un tema trattato nel corso della conferenza stampa odierna degli esperti di coronavirus della Confederazione. Patrick Mathys dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha dato una risposta dettagliata alla domanda sulla ragion d'essere del certificato Covid: secondo il capo della sezione Gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'UFSP, il certificato ha ancora senso quando si tratta di prevenire le infezioni gravi, ma non più quando si tratta di contenere il numero di casi.
Il Consiglio federale deciderà probabilmente domani su come proseguire nell'ambito della politica del coronavirus. Molti osservatori si aspettano che metta in consultazione l'abolizione dell'obbligo del certificato Covid.