200 milioni di franchi ai Paesi Ue più colpiti dai flussi migratori. Anche l'Italia attende gli aiuti di Berna.
BERNA - Duecento milioni di franchi per costruire centri di accoglienza destinati ai migranti ma anche sostenere finanziariamente programmi di inclusione sociale: è una Svizzera sempre più vicina all'Europa quella che si appresta a soccorrere economicamente i Paesi Ue più colpiti dai fenomeni migratori. Oggi il Consiglio federale ha infatti approvato i primi due accordi con Grecia e Cipro che definiscono l'impiego dei fondi. Le intese dovrebbero essere firmate entro la fine dell'anno.
L'accordo con la UE - Il pacchetto - ricorda il governo in una nota odierna - è parte del secondo contributo svizzero all'Ue. Quest'ultimo è infatti composto da un credito quadro per la coesione (1,102 miliardi) e uno per la migrazione. A differenza del primo, quello in discussione oggi non è limitato agli Stati che hanno aderito all'UE a partire dal 2004 (UE-13).
A Grecia e Cipro i primi soldi. Anche l'Italia attende gli aiuti economici - Ma quali sono i Paesi che per primi riceveranno il contributo finanziario elvetico? La Svizzera coopererà in una prima fase - nel periodo 2022-2026 - con Grecia, Cipro e Italia. L'intesa con Roma è ancora in fase di negoziazione, precisa il Consiglio federale, aggiungendo che questi Paesi sono stati selezionati in base a criteri quali il numero di domande d'asilo per abitante o le esigenze strutturali individuate.
Gli importi concessi ammontano a 40 milioni di franchi per la Grecia, 20 milioni per l'Italia e 10 milioni per Cipro, paese quest'ultimo che beneficerà anche di 5,2 milioni provenienti dal credito per la coesione. La selezione per la seconda fase (2025-2029) si svolgerà nel 2024.
Come saranno spesi questi soldi - L'obiettivo è rafforzare le strutture gestionali in ambito migratorio a livello europeo. I settori tematici cui può essere destinato il credito includono le procedure di asilo, le infrastrutture, l'assistenza al rimpatrio volontario e alla reintegrazione nonché le misure d'integrazione per contrastare la migrazione secondaria irregolare.
La Svizzera dispone di un'esperienza riconosciuta in tali settori e potrà quindi, in qualità di partner, fornire un valore aggiunto significativo, consentendo agli Stati interessati di soddisfare le loro esigenze prioritarie, aggiunge il governo.
Venticinque milioni di franchi per le emergenze - Oltre ai programmi di cooperazione bilaterale, il credito per la migrazione prevede un fondo di reazione rapida di 25 milioni che consente di intervenire in situazioni di crisi legate a flussi migratori improvvisi e su larga scala nei Paesi dell'Ue.
L'impegno svizzero nell'OIM, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni - Tale strumento è stato applicato per la prima volta durante la guerra in Ucraina. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) sostiene infatti un programma dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca per rispondere alle necessità urgenti delle persone fuggite dall'Ucraina.