Il settore dell'edilizia in Europa non è più molto attrattivo e le nuove aziende del settore «stanno letteralmente crollando»
BERNA - L'Europa sta perdendo la sua attrattività. E per alcune grandi aziende svizzere del settore delle costruzioni ciò si traduce in ordini cancellati, perdite e fuga degli investitori.
Stando a quanto riportato dalla Neue Zurcher Zeitung, il 16% delle imprese edili a livello europeo si è trovata costretta a cancellare alcuni dei suoi ordini. Un dato, questo che secondo l'istituto di ricerca economica Ifo di Monaco di Baviera è in aumento. Interpellato dal quotidiano d'Oltralpe, un ricercatore dell'Istituto ha anche dichiarato che le nuove aziende del settore «stanno letteralmente crollando».
Per vederci più chiaro, la Nzz ha quindi interrogato sulla questione i giganti svizzeri delle costruzioni, ossia Holcim, Schindler e Sika. Il gigante del cemento ha dichiarato che a livello europeo la domanda nel settore edile è diminuita del 5-7%. Nonostante questo, Holcim non si preoccupa, anche e soprattutto perché ha cominciato a interessarsi anche ai materiali necessari per le ristrutturazioni.
Per Schindler, che si occupa principalmente di ascensori, la questione è invece diversa. Perché anche se grazie a ordini precedenti è comunque riuscita a fatturare 2,8 miliardi solo nel primo trimestre, i suoi ordini sono ora in calo del 9%.
Sika, infine, che si concentra invece sui prodotti chimici necessari all'industria ha visto, come Schindler, gli ordini crollare. Nel primo trimestre ha infatti subito un calo delle vendite del 10%.
Come ben spiegato dal quotidiano d'Oltralpe, i motivi per cui i giganti dell'edilizia lavorano meno sono diversi. «L'aumento del costo dei materiali e della manodopera, che si esprime nell'inflazione, ma anche i crescenti costi di finanziamento dovuti all'aumento dei tassi di interesse che accompagnano l'inflazione».
In Europa, in generale, ma anche in Svizzera si parla da anni di crisi degli alloggi. Alcune settimane fa sempre la Nzz riportava che nel 2022 sono stati costruiti 8'700 appartamenti in meno di quelli necessari a soddisfare la domanda. Nel 2023 il deficit dovrebbe aggirarsi intorno ai 10mila, arrivando così, nei prossimo tre anni a un accumulo di oltre 50mila appartamenti mancanti.