Il CEO di Allianz critica l'operazione di salvataggio condotta dal Consiglio federale: «I rischi maggiori non erano neppure in Svizzera».
ZURIGO - Nell'operazione di salvataggio di Credit Suisse (CS) attraverso l'acquisizione da parte di UBS il Consiglio federale si è assunto rischi esterni al paese: ne è convinto Oliver Bäte, presidente della direzione di Allianz, colosso assicurativo tedesco presente anche in Svizzera.
«I problemi di CS hanno avuto poco a che fare con l'inversione di tendenza dei tassi d'interesse, sono stati causati probabilmente più da una questione di fiducia degli investitori, che si è progressivamente persa», osserva il 58enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ).
«Le garanzie statali sono state necessarie per rendere possibile l'acquisizione da parte di UBS», riconosce il dirigente. «In ogni caso, non ho invidiato il governo svizzero: come piccolo paese ha dovuto fare i conti con una banca gigantesca - peraltro ora ancora molto più grande - i cui rischi maggiori non erano nemmeno localizzati nella propria nazione».
La vulnerabilità degli istituti di credito americani provocata dall'aumento dei tassi è stata una sorpresa. «A essere sincero mi ha stupito, perché i regolatori statali volevano rendere le banche più sicure dopo la crisi finanziaria. Non sembra che ci siano riusciti».
Ma pure in Europa vi sono problemi seri, in particolare riguardo alla situazione del debito delle nazioni Ue.«"La Banca centrale europea continua a reinvestire somme gigantesche in titoli di stato», ricorda il dirigente. «Tuttavia, bisogna anche riconoscere che molti paesi hanno compiuto notevoli progressi: in Grecia, ad esempio, il governo ha avviato riforme impressionanti. In Francia e in Germania, invece, il denaro continua a essere versato con la cornucopia. Il problema del debito si sta quindi spostando nel cuore dell'Europa, dove la crescita è più debole rispetto alla periferia. Questo non può continuare, e i politici devono finalmente dirlo alla gente"» aggiunge Bäte.
Il manager con studi a Colonia e New York ha preso posizione anche su mercato assicurativo elvetico. «Teniamo molto alla Svizzera. È un mercato molto stabile e molto redditizio. Abbiamo sempre desiderato essere molto più grandi nel paese, ma purtroppo finora non è stato possibile farlo. Speriamo comunque che prima o poi ci sarà l'opportunità». Bäte pensa in particolare a un'acquisizione. «È da molto tempo che vogliamo farlo. Ma l'operazione deve rendere e al momento non c'è nulla. E l'occasione che abbiamo avuto tanto tempo fa purtroppo non è stata colta».