I due Paesi dell'est nono coloro che accolgono il maggior numero di persone scappate dalla guerra.
BERNA - La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si è recata fra ieri e oggi in Polonia e Slovacchia, due Paesi che accolgono un gran numero di rifugiati ucraini. Il viaggio è stato «una bella opportunità di capire l'impatto diretto dei finanziamenti della Svizzera».
La ministra ha visitato progetti dell'UNICEF destinati ad aiutare i bambini ucraini e le loro famiglie. In un'intervista accordata a Keystone-ATS, la consigliera federale si è detta «toccata» dall'incontro, ad esempio, con persone che affrontano malattie. «La guerra non ferma la loro vita».
I progetti concernono l'ambito della sanità, ma anche dell'educazione o dell'integrazione. «Un massimo possibile di bambini deve essere scolarizzato nelle strutture abituali». Si tratta di lavori «ambiziosi e chiedono impegno a medio e lungo termine».
Baume-Schneider si è fra le altre cose recata nel centro d'innovazione della facoltà pedagogica dell'Università Comenio di Bratislava, dove lavoratori sociali sono formati a rispondere ai bisogni specifici dei rifugiati. La Svizzera, assieme agli Stati Uniti, sostiene questo progetto di formazione.
La ministra di giustizia e polizia ha anche avuto tempo per uno scambio bilaterale con omologhi polacchi e slovacchi. Ha mostrato «grande stima» nei loro confronti, con i due Paesi che hanno accolto subito un massiccio numero di persone. Ha mostrato «grande stima» nei loro confronti, con i due Paesi che hanno accolto subito un massiccio numero di persone.
Visto che si tratta di nazioni vicine dell'Ucraina, «hanno sentito ciò che rappresenta la guerra», ha rilevato la consigliera federale socialista, che ha sottolineato la grande capacità di adattamento: «Tutto è fragile davanti all'evoluzione della guerra, un solo evento può portare migliaia di persone ai confini».