Insoddisfazione, scarsa preparazione al mondo del lavoro e non solo. Uno studio si china su un tema sempre più d'attualità
LOSANNA - Uno studio cerca di capire meglio i percorsi dei professionisti della salute al fine di evitare che questi ultimi abbandonino il loro mestiere. I primi risultati puntano il dito contro le condizioni di lavoro difficili e il divario rispetto alla formazione iniziale ricevuta.
Il progetto è stato realizzato dal Centro universitario di medicina generale e sanità pubblica di Losanna (Unisanté), la Scuola di cure infermieristiche losannese (La Source) e l'Ospedale universitario vodese (CHUV), ma concerne tutto il Paese. L'obiettivo è di garantire il ricambio e mantenere nella professione il personale in servizio o in formazione, due sfide maggiori del sistema sanitario svizzero, spiegano oggi i tre partner in un comunicato.
Uno studio di gruppo denominato SCOHPICA (Swiss COhort of Health Professionals and Informal CAregivers) è stato avviato nel 2022. Tra il primo ottobre 2022 e il 31 gennaio 2023, la prima raccolta di dati ha portato a 1'700 risposte di professionisti della salute in provenienza dalle tre regioni linguistiche svizzere.
Insoddisfazione
I principali punti di insoddisfazione sono legati al carico di lavoro, alle risorse a disposizione e alla capacità di poter influenzare il modo di lavorare. Senza sorprese, vengono criticati gli orari e il difficile equilibrio tra vita privata e professionale.
Se le condizioni di lavoro restano le stesse, il 13% delle persone interrogate pensa che non resterà nella sua professione nei prossimi mesi. Questa percentuale sale al 18,5% presso coloro che hanno un'anzianità di servizio tra i cinque e i dieci anni.
Mal preparati a realtà della professione
Un quarto degli intervistati deplora il fatto di non poter utilizzare tutto quanto hanno imparato nella loro formazione pratica e il 16,5% ritiene di non essere stato abbastanza preparato alla realtà della professione. Questo sentimento è ancora più forte tra i giovani diplomati, segnatamente presso i medici (23,7%) e i farmacisti (29,2%).
Tuttavia, oltre l'80% dei professionisti dicono di avere un livello di benessere da soddisfacente a molto soddisfacente. I principali punti positivi concernono le possibilità di sviluppo, la coesione di squadra e il fatto di esercitare un lavoro che abbia senso.
Invito a partecipare
Le persone che hanno risposto all'inchiesta rappresentano una trentina di professioni differenti. In particolare circa il 40% lavora in ospedale, il 28% in uno studio medico, il 12% nelle cure a domicilio, il 9% in un istituto medico-sociale e il 7% in una farmacia.
La raccolta dei dati prosegue al fine di ottenere risultati più dettagliati e più rappresentativi. I professionisti della salute sono invitati a parteciparvi (www.scohpica.ch).