Di questo passo, dice l'ong, «la neutralità climatica entro il 2050 non la raggiungerete».
ZURIGO - «Migros e Coop non raggiungeranno i loro obiettivi climatici se continueranno a vendere così tanta carne, pesce, latticini e uova». Un nuovo attacco è stato sferrato nei confronti della grande distribuzione organizzata (gdo) da Greenpeace Svizzera: a questo giro è accusata di vendere troppi prodotti di origine animale, a discapito delle emissioni di gas serra.
A dimostrarlo, scrivono, è un'analisi condotta dalla stessa ong che ha rilevato come l'inquinamento da parte dei due maggiori gruppi di supermercati elvetici «sia impressionante». Ecco dunque che l'organizzazione ambientalista invita i rivenditori a rivedere la propria offerta, nonché le proprie strategie di marketing per spingere tra la loro clientela più prodotti di origine vegetale. Solo così, insomma, potranno raggiungere la paventata neutralità climatica entro il 2050.
Incentivata la vendita di prodotti animali - Stando a Greenpeace, i due gruppi aziendali sarebbero i responsabili di «circa il 30% dell'intera impronta climatica della Svizzera». Questo perché, «il 47% delle emissioni totali di gas serra prodotte da Coop sono da ricondurre alla vendita di prodotti di origine animale». Una percentuale che nel Gruppo Migros si colloca tra il 31 e il 43%. In poche parole, scrivono, «se Coop non vendesse più prodotti di origine animale, la sua impronta climatica si ridurrebbe quasi della metà».
«Dalla prospettiva odierna - afferma Barbara Wegmann, esperta di consumatori di Greenpeace Svizzera - non è del tutto chiaro come le due aziende possano raggiungere i loro obiettivi climatici. Allo stesso tempo, la nostra analisi mostra che non c’è modo di evitare di ridurre la gamma di prodotti animali».
Per la ong dunque i due gruppi della gdo non fanno abbastanza per ridurre il proprio impatto climatico. Dall'esame di un campione delle offerte online di Coop e Migros Aare, è emerso che entrambe le aziende offrono sì alternative vegane a carne e pesce o latticini nelle rispettive categorie, ma al massimo per l'11% dei prodotti offerti.
Si può fare di più - Partendo dal presupposto che tra le strategie utili per ridurre le emissioni di gas serra rientra il cambiamento del comportamento del consumatore, invitato a ridurre il consumo di carne e a sprecare meno alimenti, le emissioni potrebbero essere tagliate del 25%. Secondo Greenpeace Migros e Coop sono chiamate quindi a motivare i propri clienti, in modo che acquistino meno prodotti di origine animale, a favore di quelli di origine vegetale, migliorando assortimento e prezzi, nonché il posizionamento di prodotti e pubblicità.
La responsabilità è degli altri - Come è risaputo, chi vende cerca di seguire le tendenze di mercato, osservando le richieste da parte della propria clientela. Secondo Greenpeace Svizzera, invece è questione di responsabilità. A loro dire troppo spesso scaricata sul consumatore finale. «Migros e Coop non possono più incolpare i propri clienti per la responsabilità climatica - prosegue Wegmann -. Chiediamo alle aziende di vendere meno prodotti di origine animale e di promuovere prodotti di origine vegetale».
Dall'analisi di Greepeace Svizzera è stato portato alla luce che i maggiori sconti effettuati dalle due aziende vengono effettuate su prodotti animali e che nella pubblicità di questi prodotti investono centinaia di milioni di franchi. «Secondo l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG), i rivenditori vendono il 46% della loro carne a prezzi scontati. Il campione di Greenpeace mostra che ci sono molti meno sconti sui prodotti vegani alternativi che sui prodotti animali», scrive l'ong nel comunicato diffuso.
Insomma, per Greenpeace ridurre le emissioni derivanti dall'agricoltura alimentare non basterebbe: «ne rimarrebbero troppe nell’impronta di carbonio» e pertanto le emissioni nette pari a zero rimerebbero un obiettivo mancato.