Scartate Zurigo e Berna/Bienne. Il verdetto finale arriverà in agosto, tra mille critiche e polemiche.
BERNA - È ufficiale. Ginevra e Basilea si contenderanno la finale 2025 dell'Eurovision Song Contest (ESC). La decisione è arrivata questa mattina dalla SSR. Le altre due, Zurigo e Berna/Bienne, sono state dunque scartate. Le città sono state scelte perché mostrano maggiore entusiasmo per l'evento rispetto a Zurigo e Berna/Bienne. «Alla fine - ha detto il portavoce della SSR Edi Estermann al "Regionaljournal Zürich-Schaffhausen" della radio svizzerotedesca SRF1 - si è trattato di sfumature».
La decisione non è stata facile - «Avevamo quattro eccellenti dossier sul tavolo», ha sottolineato, smentendo il fatto che le minacce referendarie contro Eurovision possano aver influito sulla decisione. «Non è stato un criterio decisivo», ha precisato Estermann.
«Siamo felici di vedere Ginevra tra i finalisti», ha annunciato il sindaco di Ginevra, Christina Kitsos (PS). Ora si farà il possibile per convincere il comitato di selezione dell'entusiasmo della candidatura ginevrina. «Ginevra è nella posizione migliore per organizzare questo grande evento», ha dichiarato fiduciosa Kitso. La città era stata la prima a mostrare la sua disponibilità per ospitare l'edizione 2025. Se Ginevra si aggiudicherà la candidatura, il centro espositivo Palexpo, proprio accanto all'aeroporto, diventerà la sede dell'evento. Anche qui i costi sono stimati in circa 30 milioni di franchi.
Dal canto suo, il governo di Basilea si è rallegrato per la decisione di Eurovision annunciata venerdì dalla SSR. «Questo dimostra che Basilea è ben posizionata per ospitare grandi eventi internazionali», ha detto. Nella seconda fase della candidatura, Basilea intende ora perfezionare ulteriormente il concetto di realizzazione. La città si candida con la St. Jakobshalle per ospitare l'evento, il cui tetto dovrà essere rinforzato per poter sospendere l'infrastruttura necessario allo show. Lo stadio di calcio St. Jakob-Park sarà invece utilizzato per consentire a 20'000 persone supplementari di seguire l'Eurovision sul grande schermo. Il governo stima costi per 30-35 milioni di franchi.
Verdetto entro fine agosto - Ora si attende il verdetto finale che, stando all'emittente radiotelevisiva, arriverà entro agosto, sotto una pioggia di polemiche e critiche provenienti dal mondo politico e non solo. Si contesta il fatto che le città contribuiscano con fondi propri al concorso musicale.
Recentemente un sondaggio condotto da Sotomo e pubblicato dal Blick, ha mostrato come il 46% dei 24.720 partecipanti all'indagine in Svizzera fosse piuttosto favorevole ad ESC. Di contro, il 49% aveva espresso il proprio disappunto.
Un evento poco voluto - Settimana scorsa sono state diverse le prese di posizione. A cominciare dal presidente Marcel Dettling intervistato dal Tages-Anzeiger, che ha invocato il referendum. Secondo lui «sarebbe meglio donare il denaro a coloro che sono stati gravemente colpiti dalle intemperie invece di buttarlo per un imbarazzante evento arcobaleno».
A Berna il partito UDC aveva "minacciato" di chiamare alle urne i cittadini contro il credito cantonale di circa 30 milioni di franchi. A Zurigo, la Federazione dei contribuenti (Bund der Steuerzahler) aveva lanciato una raccolta firme per opporsi al credito da 20 milioni di franchi concesso dalla Città, sulla scia dei Giovani dell'Udc che si erano schierati solo il giorno prima a sfavore della manifestazione. Una posizione condivisa pure dall'Unione democratica federale che, sempre settimana scorsa, aveva annunciato di voler portare avanti una raccolta firme a livello nazionale contro i crediti concessi per l'evento da tutte le città.
Sembrano dunque lontane le parole del consigliere federale Beat Jans che il 12 maggio scorso, in occasione della vittoria di Nemo a Malmö, la aveva definita come «un colpo di fortuna per la Svizzera». Dal canto suo, il consigliere federale Albert Rösti, per placare un po' gli animi, si era espresso sostenendo come l'Eurovision rappresenti «un'occasione importante per la Svizzera, per presentarsi all'Europa e al mondo» e che, per ammortizzare i costi, potrebbero essere coinvolti sponsor privati. Aveva poi bollato l'opposizione politica come semplice presa di posizione ideologica.