Il 3% della popolazione elvetica possiede un dottorato, contro l'1%nei Paesi dell'OCSE.
BERNA - Il numero di dottorandi in Svizzera è più che raddoppiato in 30 anni. Un aumento che si spiega unicamente con l'arrivo di studenti stranieri: il numero di dottorandi "locali" è infatti rimasto stabile, nonostante una percentuale che rimane elevata nel raffronto internazionale.
Il rapporto 2023 della Conferenza universitaria della Svizzera occidentale (CUSO) fa stato di 21'200 dottorandi, che, senza tener conto di quelli in medicina, rappresentano circa il 12,5% delle persone immatricolate per studi in Svizzera.
Fra questi, ci sono altrettanti studenti che hanno effettuato la maturità in Svizzera di 30 anni fa, rileva Denis Billotte, segretario generale della CUSO, interrogato oggi dall'agenzia Keystone-ATS. Il che rappresenta comunque molte persone: il 3% della popolazione elvetica possiede un dottorato, contro l'1% in media nei Paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
Condizioni quadro favorevoli - Gli studenti stranieri sono principalmente attratti dalle condizioni quadro elvetiche: «Un dottorando può sperare di essere pagato da 2500 a 3000 franchi al mese, il che, anche se rimane precario, è una manna dal cielo nel confronto internazionale, anche con i Paesi vicini».
Le scienze della vita sono particolarmente gettonate: a Losanna, un terzo dei dottorandi lavora in questo campo. In generale, la proporzione di donne è ormai quasi uguale a quella degli uomini.
I lavori vengono generalmente finanziati da mezzi ad hoc, provenienti in particolare dal Fondo nazionale per la ricerca. La ricerca risente tuttavia gli effetti della restrizione delle possibilità di finanziamenti europei, in seguito all'interruzione dei negoziati su un accordo quadro tra Svizzera e UE nel 2021, constata Billotte.
È ancora più difficile trovare finanziamenti per formazioni complementari e orientamento alla carriera, rivela il segretario generale della CUSO. «Il nostro obiettivo è valorizzare i dottorandi come professionisti di livello molto alto, con prospettive di carriere aperte», ha detto Billotte.
Aiuti che però devono essere finanziati nell'ambito dei limitati costi di finanziamento delle università.