Kazakistan, Marocco e Groenlandia... sono solo alcune delle mete impensabili dove divertirsi sulla neve
ZURIGO - Se vi chiedessero cosa hanno in comune Kazakistan, Marocco e Groenlandia, probabilmente non rispondereste: le infrastrutture sciistiche.
Eppure queste tre destinazioni sono tra i 67 Paesi al mondo in cui è possibile sciare!
In uno studio di Halle Safe, basato sui dati elaborati dal consulente Laurent Vanat nel suo rapporto “2022 International Report on Snow & Mountain Tourism”, viene mostrata una panoramica delle destinazioni sciistiche, alcune delle quali sorprenderanno sicuramente.
La Svizzera è il 7° Paese al mondo con il maggior numero di impianti di risalita
Questa classifica evidenzia le disparità globali nelle infrastrutture per gli sport invernali, in particolare per lo sci alpino.
Paesi leader come la Francia, gli Stati Uniti e l'Austria, ciascuno con più di 2.900 impianti di risalita, dimostrano una forte tradizione di sport invernali e massicci investimenti nel turismo di montagna. I Paesi alpini dominano, confermando l'importanza di questa regione come centro mondiale degli sport invernali.
Oltre all'Europa e al Nord America, in Asia spiccano il Giappone (5°) e la Cina (12°), a testimonianza della crescente potenza di questi mercati. D'altra parte, Paesi come l'Australia e la Corea del Sud, nonostante le loro condizioni geografiche limitate, si distinguono grazie a un'infrastruttura focalizzata su aree specifiche.
Infine, il notevole divario tra i leader e i Paesi in fondo alla top 20 dimostra che gli sport invernali rimangono un settore regionalizzato, favorito dalla geografia e dalla storia del turismo locale.
Nicchie che non ti aspetti
Questi dati evidenziano un'inaspettata diversità di destinazioni sciistiche nel mondo, grazie soprattutto ai Paesi meno spesso associati a questo sport.
Mentre giganti come Francia, Stati Uniti e Cina dominano in termini di numero di stazioni e impianti di risalita, paesi come la Turchia (60 stazioni), la Grecia (22 stazioni) e persino l'Iran (22 stazioni) sono sorprendentemente presenti, rivelando l'esistenza di nicchie di sport invernali in regioni con climi diversi.
Il Sudafrica e il Lesotho, con la loro manciata di stazioni, testimoniano l'adattamento dello sci all'emisfero meridionale, così come la Nuova Zelanda, che unisce montagne spettacolari a una stagione inversa. Paesi come il Libano e il Marocco, nel cuore del Medio Oriente e del Nord Africa, dimostrano che lo sci può prosperare anche in regioni percepite come calde o aride.
Anche la comparsa di destinazioni emergenti come il Kazakistan, la Georgia e l'India evidenzia una tendenza all'internazionalizzazione dello sci, ben oltre le tradizionali Alpi. Questi luoghi, spesso meno attrezzati ma con paesaggi e culture uniche, potrebbero attrarre clienti in cerca di nuove esperienze.
Paesi del mondo che un giorno potrebbero avere stazioni sciistiche
Lo studio delle destinazioni sciistiche evidenzia paesi spesso inaspettati in cui lo sci potrebbe svilupparsi negli anni o nei decenni a venire. Anche se non tradizionali, queste regioni hanno montagne innevate, ghiacciai o cime soggette a nevicate occasionali, che offrono un potenziale non sfruttato per lo sci e il turismo invernale. Mentre alcune di queste destinazioni sono ancora in fase rudimentale, altre stanno già pianificando progetti di resort, aprendo la strada a una diversificazione dello sci mondiale. I dati che seguono sono tratti dal Rapporto internazionale sul turismo della neve e della montagna 2022 di Laurent Vanat:
Stati Uniti, Germania e Cina sono i 3 Paesi al mondo con la più alta concentrazione di sciatori
I dati sul numero totale di sciatori per Paese rivelano una notevole diversità geografica, che va oltre i confini delle tradizionali aree montane. Gli Stati Uniti, con oltre 25 milioni di sciatori, e la Cina, con 13 milioni, dimostrano la portata dei mercati nordamericano e asiatico, trainati dalle loro vaste popolazioni e dalle loro iniziative per sviluppare gli sport invernali.
In Europa, la Germania domina con oltre 14 milioni di sciatori, nonostante una topografia meno favorevole rispetto a Paesi come Francia e Austria.
È interessante notare che anche nazioni prive di grandi catene montuose come il Regno Unito (6,34 milioni) e il Belgio (1,25 milioni) hanno registrato cifre elevate, a dimostrazione dell'impatto dei viaggi verso le Alpi o altre località internazionali.
Infine, Paesi come il Giappone, la Corea del Sud e la Russia confermano l'interesse mondiale per gli sport invernali, anche in regioni meno storicamente associate a questa attività. Questa diversità sottolinea il fascino universale dello sci e l'importanza delle infrastrutture e dell'accesso turistico nello sviluppo di questo sport.
Stati Uniti, Austria e Francia in testa alle visite cumulative degli sciatori
I dati offrono una visione affascinante dello sci nel mondo, evidenziando destinazioni inaspettate e tendenze particolari nelle abitudini degli sciatori. Gli Stati Uniti e l'Austria dominano in termini di giorni di sci cumulativi, ma sono Paesi come Andorra (92% di sciatori stranieri) e Liechtenstein (50% di stranieri) a sorprendere: queste piccole nazioni attirano un numero massiccio di visitatori grazie alla loro posizione strategica e alle stazioni ben attrezzate.
La Cina, nonostante i suoi sforzi per sviluppare gli sport invernali, rimane dominata da una clientela locale (solo l'1% di stranieri), mentre Paesi come il Cile e il Libano, sebbene non tradizionali, accolgono un numero sorprendente di sciatori internazionali, sottolineando il loro fascino unico. Il Lesotho, pur avendo un volume totale basso (12.000 giorni), si distingue per l'eccezionale percentuale di visitatori stranieri (95%), a dimostrazione dell'esotismo delle sue piste.
Infine, regioni emergenti come il Kazakistan e la Georgia, e anche nazioni sciistiche meno conosciute come l'India e il Marocco, testimoniano l'espansione globale di questo sport. Le percentuali di sciatori rispetto alla popolazione totale variano notevolmente, con cifre molto basse nei Paesi in via di sviluppo o nelle destinazioni atipiche, ma questo sottolinea il potenziale di crescita di mercati che stanno ancora maturando.