Berna cambia approccio nei negoziati con l'Unione europea
La decisione del Consiglio federale è di affrontare le discussioni da un punto di vista settoriale e non più generale
BERNA - Il Consiglio federale cambia marcia nei negoziati con l'Unione europea: mercoledì, nel corso della seduta speciale dedicata alla politica europea, il governo ha deciso di passare a un tipo di approccio verticale, ovvero settoriale, abbandonando quello orizzontale previsto dall'accordo istituzionale abbandonato l'anno scorso. Al più presto inizieranno colloqui esplorativi tra Berna e Bruxelles.
Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e i consiglieri federali Karin Keller-Sutter e Guy Parmelin hanno preso la parola davanti alla stampa a Berna per presentare questo nuovo capitolo di politica europea. Hanno ribadito quella che è la priorità del governo: stabilizzare i rapporti con Bruxelles e mantenere buone relazioni in un quadro normativo che vada nell'interesse di entrambe le parti.
Tutti e tre hanno sottolineato l'importanza di tali rapporti: l'Ue è il principale partner per la Svizzera sotto innumerevoli aspetti, siano essi economici, di formazione, ricerca o medico-sanitari.
Nessun accordo quadro 2.0 - Cassis ha sottolineato che il Consiglio federale non vuole ripetere gli errori dell'accordo quadro: ora il governo spera che ci si concentrerà sulle nuove idee piuttosto che su vecchie discussioni.
«È un nuovo inizio, è cambiato tutto. Ora dobbiamo valutare dove bisogna intervenire, a che punto stiamo nei vari settori e cosa c'è da fare. Ci aspettiamo che i cantoni e gli altri partner lavorino in questa direzione», ha sottolineato Cassis. Un accordo quadro 2.0 con l'Unione Europea non è all'ordine del giorno.
Le decisioni prese dal governo aprono la strada a colloqui esplorativi che saranno condotti dalla segretaria di Stato Livia Leu. «Il Consiglio federale non ha preso alcuna posizione dettagliata», ha aggiunto Cassis: non è stata volutamente fissata nessuna linea rossa. Ciò lascia spazio di manovra nelle discussioni future, che ora si concentreranno sugli interessi e non su posizioni specifiche, anche in materia istituzionale.
Approccio ampio e verticale - Le questioni in sospeso verranno affrontate nel contesto generale delle relazioni con l'UE con un approccio ampio: gli elementi istituzionali dovranno essere ancorati nei vari accordi del mercato interno attraverso un approccio verticale, cioè settoriale. Questo include, per esempio, il trasferimento dinamico dei diritti, la risoluzione delle controversie, le eccezioni e le clausole di salvaguardia.
Il Consiglio federale esclude invece ora l'approccio orizzontale, fortemente voluto da Bruxelles, che era previsto nell'accordo istituzionale abbandonato l'anno scorso. «Costituiva un passo troppo grande, non digeribile», ha precisato Cassis.
Il ticinese ha precisato che l'Ue ha più volte ribadito di voler riaprire il dialogo con la Svizzera, quindi anche il fatto che ora Berna presenti una strada diversa - Bruxelles si è infatti sempre detta contraria a un approccio di tipo verticale - non costituisce un handicap. Entrambe le parti vogliono una soluzione e ora Berna ha aperto i giochi, ha detto il presidente della Confederazione.
Il ticinese ha precisato che la Svizzera è aperta al dialogo ma sicuramente non è disposta a rinnegare tutte le proprie esigenze e richieste: «Abbiamo un'identità e dei valori da difendere».
Il pacchetto potrebbe anche includere nuovi accordi sul mercato interno nei settori dell'elettricità e della sicurezza alimentare, così come accordi di associazione nei settori della ricerca, della salute e dell'istruzione. Inoltre, il Consiglio federale è disposto a considerare un contributo svizzero «perenne» al pacchetto di negoziati.
Gattiker ha valutato la situazione - La decisione del Consiglio federale del 23 febbraio è un preludio all'apertura di colloqui esplorativi con l'UE. L'ex segretario di Stato Mario Gattiker ha analizzato e valutato per conto del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) il margine di manovra esistente e approfondirà questo lavoro nelle prossime settimane con i principali attori della politica interna.
I risultati forniscono al Consiglio federale argomenti forti nei prossimi negoziati. In futuro, il Consiglio federale esaminerà regolarmente il dossier Svizzera-UE durante le sue riunioni.
In conclusione, Cassis ha sottolineato i valori comuni della Svizzera e dell'Europa: sulle questioni della sicurezza e della pace, ha detto, stiamo lavorando in partenariato. «Raramente questi valori sono stati più importanti di oggi», ha detto il ministro degli Esteri, riferendosi al conflitto Ucraina-Russia scoppiato ieri.
Accordo quadro fallito nel 2021 - La Svizzera ha interrotto i negoziati sull'accordo istituzionale con Bruxelles nel maggio 2021, pur insistendo sull'importanza della cooperazione bilaterale con l'UE. L'annuncio ha scatenato l'ira del principale partner di Berna, che ha rifiutato di aggiornare gli accordi esistenti e ha sospeso tutti i nuovi accordi.
Le conseguenze concrete per la Svizzera non si sono fatte attendere. Per esempio, il riconoscimento reciproco per le attrezzature mediche non è stato perseguito. La Svizzera non è più pienamente associata al programma di ricerca Horizon Europe ed è esclusa da Erasmus Plus. E l'accordo per il settore dell'elettricità è bloccato.
A fine novembre, il commissario europeo per le relazioni con la Svizzera, Maros Sefcovic, ha chiesto a Berna una tabella di marcia concreta entro gennaio 2022. Il testo deve risolvere le questioni più importanti per l'UE, come l'adozione dinamica dell'acquis comunitario, la risoluzione delle controversie, gli aiuti pubblici e il contributo alla coesione. Resta da vedere se la nuova copia di Berna incontrerà il favore di Bruxelles.