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SVIZZERA/ISLANDASvizzera, sì al registro dei danni di guerra in Ucraina

16.05.23 - 18:30
Lo ha confermato oggi il presidente della Confederazione Alain Berset all'apertura del vertice europeo
Foto Keystone
Fonte ATS
Svizzera, sì al registro dei danni di guerra in Ucraina
Lo ha confermato oggi il presidente della Confederazione Alain Berset all'apertura del vertice europeo

REYKJAVIK - La Svizzera sostiene la creazione di un registro dei danni di guerra in Ucraina. È il primo passo per una discussione sulle responsabilità, ha detto oggi a Keystone-ATS il presidente della Confederazione Alain Berset all'apertura del vertice del Consiglio d'Europa a Reykjavik.

Il consigliere federale firmerà a nome della Svizzera una dichiarazione del Consiglio d'Europa nella capitale islandese. Secondo questo documento, in futuro le informazioni sui danni del conflitto ucraino dovranno essere catalogate in una sorta di registro.

Berna «è sempre stata solidale con l'Ucraina, perché ciò che sta accadendo è spaventoso», ha affermato Berset. La dichiarazione d'intenti del Consiglio d'Europa - la principale organizzazione continentale per i diritti umani - è una «pietra miliare per discutere delle responsabilità nella guerra di aggressione russa», ha aggiunto il ministro friburghese.

Il registro servirà come base per le cause giudiziarie e per i risarcimenti a carico di Mosca. Le stime dei danni e dell'importo necessario per la ricostruzione variano da 350 fino a oltre 1000 miliardi di dollari.

La nascita di questo strumento trae origine da una richiesta avanzata dalle Nazioni Unite. In novembre, gli Stati membri dell'Onu si sono espressi in favore del pagamento da parte della Russia delle distruzioni in Ucraina. Ad appoggiare una risoluzione in tal senso sono stati 94 Paesi, mentre 73 si sono astenuti e 14 hanno votato contro, tra cui, oltre ai russi, Cina, Iran e Cuba.

Oltre all'istituzione del registro, la risoluzione chiede esplicitamente un risarcimento per i danni materiali e umani subiti da Kiev. L'iniziativa è ovviamente stata criticata aspramente dal Cremlino.

La Russia è stata esclusa dal Consiglio d'Europa dopo l'invasione dell'Ucraina. I 46 Paesi che ad oggi compongono l'organizzazione e numerosi osservatori partecipano al summit islandese, che si protrarrà fino a giovedì.

Parecchi i big della politica internazionale che hanno intrapreso la trasferta fino a Reykjavik. Al vertice ci sono ad esempio il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico Rishi Sunak e quella italiana Giorgia Meloni.

Si tratta solo della quarta riunione del Consiglio d'Europa a livello di capi di Stato e di governo dopo quelle del 1993, del 1997 e del 2005. Oltre all'Ucraina, sul tavolo ci saranno temi come il rafforzamento dell'organo in qualità di custode dei diritti umani e dello Stato di diritto, nonché sfide nel campo dell'ambiente e dell'intelligenza artificiale.

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COMMENTI
 

Nikko 1 anno fa su tio
Ottima decisione…

Pic73 1 anno fa su tio
Aggiungete alla lista anche tutti i costi sostenuti da tutte le nazioni che hanno accolto e sostenuto i profughi Ucraini

s1 1 anno fa su tio
C'è un aggressore e un aggredito e le vestali della finanza imperialista

Luca4444 1 anno fa su tio
Consiglio di cercare su wikipedia nazionalisti ucraini.il simbolo.e guardate la maglietta del clown

Poraccio 1 anno fa su tio
Risposta a Luca4444
Fatto, le due non corrispondono: quella di zelensky è l'emblema dell'esercito ucraino, l'altra il simbolo dei national corps. Il tuo punto sarebbe?

s1 1 anno fa su tio
Risposta a Poraccio
verifica meglio, il simbolo portato dal personaggio citato è il simbolo della o.u.n, valuta tu cosa sarebbe il punto a presentarsi dal papa e al governo italiano con una maglia con quel simbolo

Poraccio 1 anno fa su tio
Risposta a s1
Non è lo stesso simbolo, quello dell'oun ha una spada al centro. L'altro simbolo (sulla maglietta) è l'emblema dell'esercito ucraino (già approvato nel 2006), che non mostra nessuna spada. Ogni tanto mi chiedo se certe cose ve le sognate

Mastro78 1 anno fa su tio
Non ci posso credere La fiducia nei politici è in discesa verticale
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