È quanto sostiene il Comitato del Consiglio regionale della CORSI
COMANO - Anche la CORSI punta il dito contro la convenzione tra RSI e il Consiglio di Stato per la messa a disposizione di giornalisti. Una convenzione che si è concretizzata durante l'emergenza Covid-19: sette giornalisti della radiotelevisione pubblica sono stati “prestati” allo Stato maggiore cantonale di condotta per la gestione della comunicazione.
In un odierno incontro con il direttore generale SSR Gilles Marchand e il direttore regionale RSI Maurizio Canetta, il comitato del Consiglio regionale della CORSI (CCR) «ha ribadito le proprie perplessità» si legge in una nota. E va oltre: anche se il direttore regionale ha garantito l'indipendenza editoriale e giornalistica della RSI, «il CCR reputa che la missione di servizio pubblico dell'azienda impone comunque una verifica sull'opportunità di rinunciare a una simile convenzione». Questo anche per evitare che sorgano interrogativi sull'effettiva autonomia informativa dell'emittente.
Il CCR auspica quindi che «vi sia un rapido chiarimento che porti prioritariamente allo scioglimento dell'accordo».