Fra Martino Dotta, direttore della Fondazione Francesco: «Nel 2020, il doppio degli aiuti rispetto al solito».
Presso il centro Bethlehem di Lugano e Casa Martini a Locarno i bisognosi posso ritirare un pasto caldo. L'effetto della pandemia si fa sentire. Eccome.
LOCARNO/ LUGANO - «Di recente ho fatto due calcoli. Nel 2020 abbiamo erogato mezzo milione di franchi in aiuti. Il doppio rispetto al solito». Fra Martino Dotta, direttore della Fondazione Francesco, sente sulle sue spalle il peso della pandemia. Presso il centro sociale Bethlehem di Lugano e a Casa Martini a Locarno accoglie diverse persone in difficoltà. Ad esempio, fino a fine febbraio continuerà a offrire la possibilità di ricevere pasti da asporto gratuiti. «Ai più bisognosi diamo inoltre dei buoni per la spesa, ad alcuni paghiamo anche le fatture».
Perdere il lavoro – Bisognosi che non sono più solo i "classici" rifugiati. Con l'avvento del Covid-19, l'utente medio che si rivolge a fra Martino e ai suoi collaboratori, ha assunto una fisionomia molto più locale. «Ci rendiamo conto che ci sono tanti residenti in difficoltà. Persone che avevano un lavoro da dipendente e che l'hanno perso. Oppure imprenditori che si sono ritrovati costretti a fermare o a chiudere la propria attività. C'è gente che magari percepiva già un salario basso, e a cui gli aiuti statali, limitati all'80% dello stipendio, non bastano. In diversi, tanto per fare un esempio, provengono dalla ristorazione».
Quel senso di vergogna – Una trentina di porzioni a Lugano, una cinquantina a Locarno, dove vi è anche la possibilità di ritirare la cena oltre che il pranzo e la colazione. «Alcuni si fermano a mangiare sul posto. Ma possiamo accogliere poche persone alla volta a causa delle misure anti Covid. In generale tra i residenti che si rivolgono a noi notiamo un senso di vergogna e di smarrimento. Si intuisce la difficoltà di programmare le proprie spese. Tanti sono confusi, non sanno come pianificare i prossimi mesi».
Assegni di prima infanzia e assegni integrativi – E si parla anche di famiglie, di persone con figli. «A volte sono gli stessi ragazzi a venire a ritirare i pasti. Parecchi genitori ci segnalano disagi nel ricevere gli assegni di prima infanzia e gli assegni integrativi. Come se la macchina burocratica si fosse bloccata. D'altra parte spiace constatare che nell'ambito della discussione sul preventivo del Cantone si sia andati nella direzione di effettuare tagli importanti nel sociale proprio a questi livelli».
Qualsiasi gesto ha valore – È una piccola grande realtà quella coordinata da fra Martino Dotta. Tra i suoi collaboratori, nonostante il momento delicato, c'è sempre chi è pronto a regalare un sorriso al prossimo. «Dobbiamo ringraziare chi ci fa donazioni. Alcune sono piccole, altre sono cospicue. Qualsiasi gesto ha valore. E ci permette di continuare ad aiutare».