L'AFD: «L'area doganale svizzera non è idonea per essere utilizzata quale zona di scambio di merci»
Per Norman Gobbi acquistarlo a Ponte Tresa è un'abitudine che in questo momento risulta inappropriata. «Sosteniamo i nostri commerci».
MONTEGGIO - «Una situazione pericolosa, inaccettabile e intollerabile». Così ha descritto Piero Marchesi, sindaco di Monteggio, quanto puntualmente avviene ai valichi tra Ticino e Italia, soprattutto nel fine settimana: i ticinesi ordinano online il sushi e i ristoratori lo consegnano alla frontiera. Una situazione nota, finora tollerata anche se non vista di buon grado. Che sembra però avere superato il limite.
Marchesi, in particolare, ha parlato di «maleducazione, caos della circolazione, assembramenti e parcheggi abusivi in mezzo alla strada e su sedimi privati, addirittura nei giardini». Con tanto di foto scattate nel weekend di San Valentino. Il sindaco, anche presidente cantonale dell’UDC (delusa dagli allentamenti “timidi” decisi dal Consiglio federale, che prevedono la chiusura prolungata di bar e ristoranti), non risparmia di definire il comportamento di parte della popolazione «discutibile, considerato il difficile momento per l'economia locale», mentre chi lo acquista recrimina i «prezzi inaccessibili» del sushi in Ticino. Ma in questo caso il problema è «di ordine pubblico». «Chiediamo alla polizia cantonale e comunale di coordinarsi con le guardie di confine (che in quelle fasce orarie sono assenti) per trovare una soluzione - ha detto ai microfoni di Radio Ticino -. Non posso andare io a dirigere il traffico».
L’Amministrazione federale delle dogane (AFD), da noi interpellata, sottolinea che «l’area doganale svizzera, per vari motivi in particolare legati ad aspetti di sicurezza e viabilità, non è idonea per essere utilizzata quale zona di scambio di merci». Perciò, «in linea di principio simili operazioni non sono previste» e “la dinamica” del sushi a cavallo della frontiera «è stata segnalata anche alle autorità italiane».
Per quanto riguarda lo scorso fine settimana, «sono stati organizzati servizi mirati congiunti» tra AFD, polizia cantonale e polizia comunale Malcantone Ovest». Un «controllo coordinato» confermato dal servizio comunicazione della polizia cantonale, che però non si sbilancia: «Non si escludono ulteriori controlli nei prossimi giorni, mentre per quanto riguarda le infrazioni constatate, non saranno comunicati dati statistici prima del mese di marzo».
Intanto, il Governo ticinese a inizio febbraio aveva chiesto a Berna d'introdurre limitazioni alla frontiera per contenere la mobilità non essenziale da e per l'Italia, compreso l'andare al ristorante. Una lettera tuttora inascoltata. «Di servizi che offrono sushi sul territorio ticinese ce ne sono diversi - dice dal canto suo il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi -. Quindi andare a comprarlo a Ponte Tresa mi sembra qualcosa di “abitudinario” che nella situazione attuale possa trovare altre risposte, che non quelle di andare a far la coda al confine di Stato. Quindi, sosteniamo i nostri commerci che sono poi quelli che noi sosteniamo come Stato a livello finanziario, grazie».