Il giornalismo culturale è in crisi in Svizzera. Ma Tio.ch e 20 minuti si piazzano in testa alla classifica
BELLINZONA - Chi ha detto che il giornalismo culturale non può essere trendy? Le pagine di critica e le recensioni - di libri, dischi, spettacoli - sono in crisi nella stampa e sui siti d'informazione svizzeri e ticinesi. Ma proprio dai media più giovani e innovativi arriva una nota positiva, di buon auspicio per il settore.
Sorpresa: Tio.ch/20 minuti è tra le testate che, in Svizzera, dedicano più spazio al giornalismo culturale. Lo dice uno studio pubblicato oggi da ch-intercultur. Nell'edizione ticinese del quotidiano gratuito, hanno calcolato i ricercatori, gli articoli culturali sono il 16 per cento del totale: una percentuale doppia rispetto alla media regionale (8 per cento) e comunque più alta della media svizzera (10 per cento).
Nella classifica nazionale 20 minuti è in compagnia di testate autorevoli e "patinate" come la Wochenzeitung (26 per cento), Le Temps (20 per cento online, 15 per cento su carta) e Weltwoche (16 per cento). Al quinto posto si piazza appunto 20 minuti, primo media nella Svizzera italiana. Il secondo a livello regionale è Ticinonline (12 per cento), 20esimo a livello nazionale e quarto tra i giornali online. Seguono il Corriere del Ticino (11 per cento, 27esimo) e Rsi.ch (8 per cento, 41esimo).
Una nota positiva, si diceva, in un quadro che complessivamente non è certo confortante. L'analisi si basa sui dati 2020 (fög) dell'Università di Zurigo, e ha valutato l'importanza e la qualità delle recensioni culturali in 60 media di attualità fra il 2015 e il 2019. Il Ticino non ne esce bene: tra le regioni linguistiche solo la Romandia supera la media nazionale (13 per cento), mentre nella Svizzera tedesca lo spazio dedicato alla cultura si riduce (9 per cento) e nell Svizzera italiana non supera l'8 per cento.
«I risultati non ci sorprendono per niente: osserviamo un declino da anni» ha dichiarato a Keystone-ATS Alex Meszmer, presidente dell'organizzazione ombrello SuisseCulture. «Come può un artista provare la sua idoneità al finanziamento se il suo lavoro non viene valutato da nessuna parte e non viene recepito dal pubblico?», si interroga.
A suo avviso, le recensioni di concerti, spettacoli teatrali, produzioni liriche o riviste letterarie «sono come una pagella, indicano il grado di professionalità della creazione artistica». Il giornalismo culturale critico «minaccia di diventare un bene di lusso che solo persone ben istruite con risorse finanziarie significative possono o vogliono permettersi», conclude lo studio.
Al tema verrà dedicato un convegno intitolato "Le journalisme culturel en crise – Comment la culture atteindra-t-elle les gens à l’avenir?" (Il giornalismo culturale in crisi – Come la cultura raggiungerà la gente in futuro?) che si terrà giovedì a Soletta. È organizzato in partenariato da SwissFoundations, l'organizzazione delle fondazioni donatrici svizzere, e dall'Ufficio federale della cultura.