L'altra faccia dello svuotamento della diga di Vogorno e le rassicurazioni del Comune di Gordola
L'ornitologo Roberto Lardelli parla invece del limo in chiave positiva: «Se questa situazione fosse capitata ad aprile, la foce sarebbe stata meta di moltissimi uccelli migratori che prediligono i sabbioni»
GORDOLA - Era felice la gente che vive sulla sponda sinistra del fiume. Contenta che l’acqua fosse tornata a scorrere abbondante grazie allo svuotamento della diga di Contra. «Poi piano piano - racconta un abitante di Gordola - la corrente ha cambiato colore, e l’acqua si è trasformata in fango, limo e melma ricoprendo tutto il letto del fiume». In aggiunta, secondo le parole della stessa persona, sarebbero spariti i pesci, le anatre, i cigni e tanti altri animali «che rallegravano la foce della Verzasca e del lago nella zona delle Bolle. Una desolazione!» (su questo aspetto però l'ornitologo Roberto Lardelli offre - nel box sottostante - una lettura più rassicurante).
Finire nella melma a 64 anni - È l’altra faccia dello spurgo, quella che proprio oggi in tutta la sua densità ha potuto toccare con mano il 64enne zurighese rimasto intrappolato nella densa melma che si è sedimentata sul fondo del bacino di Vogorno. Se l’è cavata con uno spavento e qualche ferita leggera.
«C'è un monitoraggio ambientale» - È un dato fatto che, abbassandosi (e ormai si è quasi toccato il fondo), il livello del bacino idroelettrico sta arrivando, come in un sifone otturato, ai sedimenti più viscosi. I gestori cercano di attenuarne l’impatto diluendo il limo con ulteriore acqua dalla presa di Lavertezzo Valle. E comunque l’acqua che ora arriva al piano non ha più nulla del verde smeraldo che ha reso popolare la parte alta del fiume. Senza drammatizzare la situazione è quella che si presenta dopo una pioggia intensa. Non si tratta infatti di uno spurgo incontrollato, come tiene a sottolineare il sindaco di Gordola: «Prima dello svuotamento della diga - dice Damiano Vignuta - abbiamo avuto dei contatti con i gestori della Verzasca SA. Da loro abbiamo avuto rassicurazioni sul monitoraggio costante, anche dal profilo ambientale, di quello che è il tratto di fiume dalla diga fino al lago. Non siamo però parte attiva della procedura, che riguarda la Verzasca Sa e il Dipartimento del territorio».
Un progetto per valorizzare la foce - Solo quando terminerà questa fase, continua il sindaco, «quando si ricomincerà a riempire il bacino di Vogorno e cesserà lo sversamento di limo, verrà fatto il punto. Si capirà allora se saranno necessari degli interventi per ripristinare la situazione allo stato antecedente». In ogni caso la foce, condivisa con il comune di Tenero, dove ci sono piuttosto prati e boschi, è un’area che sta a cuore a Gordola: «Ricordo che c’è un progetto molto importante di valorizzazione di tutto l’alveo della Verzasca negli anni prossimi. È nostra premura che tutto torni a essere anche meglio di prima. La pandemia ha messo ancor di più in evidenza quanto sia importante avere degli spazi di svago».
Non tutto il limo vien per nuocere, l’esperto: «Sabbioni prediletti dagli uccelli migratori»
«Gli uccelli che si trovavano alla foce della Verzasca - tranquillizza l’ornitologo Roberto Lardelli, presidente di Ficedula - si sono momentaneamente spostati verso le Bolle centrali, la foce del Ticino e sulla sponda di Magadino. Ma torneranno. Anche durante le secche capita di avere dei periodi di magra totale di avvistamenti».
Lo specialista dell’avifauna riabilita anzi l’esecrato limo: «Se questa situazione si fosse creata ad aprile, in periodo di migrazione degli uccelli e dei limicoli soprattutto, la foce della Verzasca sarebbe stata meta di centinaia di appassionati di “birdwatching”. I sabbioni e i depositi di limo sono infatti prediletti dagli uccelli migratori».
A preoccupare piuttosto Ficedula è il previsto aumento del livello del lago Verbano a causa della nuova regolazione delle chiuse voluta dalla parte italiana. «Questi sabbioni verranno a mancare e si formeranno solo in occasioni come questa» spiega Lardelli. Che conclude offrendo agli appassionati, e non solo, una dritta su una particolare occasione di avvistamento: «Nella zona di Magadino, alle spalle del Municipio, sulla sponda sud, è osservabile ora una rarità assoluta. Si chiama Orco marino (Melanitta Fusca). Chissà che a qualcuno non venga voglia di darci una mano a raccogliere informazioni sugli avvistamenti». Nella gallery potete vedere le foto scattate da Dolores De Maria proprio a Magadino.