È andato in scena al Lac ieri sera "Non ci resta che ridere". Due ore di piacevole leggerezza
LUGANO - Questa volta sono usciti dal cortile, il loro habitat naturale che ha fatto la loro fortuna, per un rocambolesco viaggio a ritroso nel tempo. L’operazione è riuscita in pieno e ha fatto il pienone ieri sera al Lac di Lugano, dove i Legnanesi hanno portato in scena “Non ci resta che ridere”.
E così come in “Non ci resta che piangere” Benigni e Troisi si ritrovavano nel 1492, allo stesso modo Mabilia (Enrico Dalceri), Teresa (Antonio Provasio) e Giovanni (Lorenzo Cordara) vengono catapultati prima nel 1504 e poi nel 1918. Tutta colpa della maledizione del quadro La Gioconda di Leonardo Da Vinci, esposta al Louvre e che i tre tentano di rubare, ma finiscono per essere catapultati proprio nell’anno di realizzazione dell’opera, davanti al grande pittore italiano.
Un mondo surreale dove incontriamo Michelangelo, Isabella d’Aragona, e perfino un improbabile paggio che fa il verso a Silvio Berlusconi. Il tutto condito da irresistibili gag, doppi sensi, giochi di parole, e quella vis comica en travesti che rappresenta la vera forza del gruppo. Ancora più efficace quando si ritrova nel 1918, sul finire della prima guerra mondiale, e dove si ricrea vagamente quell’ambiente da cortile molto familiare al pubblico.
Oltre due ore di spettacolo tutto al maschile, una trama senza grandi pretese, inframezzata da straordinari momenti da rivista con Mabilia che ricordava Wanda Osiris mentre scendeva le scale attorniata dai suoi boys (un corpo di ballo di una decina di ballerini). E poi pailletess, costumi sontuosi, lustrini, can-can. Un mondo come sempre colorato, quello dei Legnanesi, che ha entusiasmato ieri sera il pubblico ticinese ricordandoci che di questi tempi davvero “non ci resta che ridere”.
Si ripete questa sera alle 20.30 e domenica alle 16.00 al Lac.