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CANTONECombattere il Parkinson con il tango? Con un'app si può fare

23.09.22 - 09:35
Si chiama Progotan, è l'idea di Giuseppe Sarcinella sviluppatasi durante la pandemia
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Combattere il Parkinson con il tango? Con un'app si può fare
Si chiama Progotan, è l'idea di Giuseppe Sarcinella sviluppatasi durante la pandemia

LUGANO - Tutto è nato da un’idea: utilizzare il tango per contrastare gli effetti del Parkinson. Un approccio originale, verrebbe da pensare, ma a quanto pare efficace, stando a Giuseppe Sarcinella, la mente dietro quello che oggi è un vero e proprio metodo studiato per affrontare tutta una serie di conseguenze fisiche e psicologiche legate a questa malattia. 

«Il viaggio è partito dalla mia passione per il tango argentino. Ho seguito un corso di tango-terapia a Roma, all’Università Cattolica e in seguito, assieme a Pro Senectute, abbiamo realizzato un progetto pilota che sfruttava questa disciplina come strumento per la riabilitazione, iniziando a lavorare con il Parkinson», racconta il presidente di Progotan.

Sembra strano, ma… funziona. «Il Parkinson - spiega Sarcinella - è una patologia molto particolare, con oltre 200 sintomi e... solo il 20% dei malati trema. E’ un male infame, perché attacca la memoria inconsapevole. Gradualmente si perdono gli automatismi più semplici, come possono esserlo la guida di un’auto, fino al semplice deglutire».  

La terapia, dunque, consiste nel reinsegnare un nuovo modo per eseguire quell’azione. «Si creano nuovi percorsi che aggirano la parte inconsapevole intaccata dalla malattia. Ecco perché il tango, perché non ha un passo base, è improvvisazione. E si esegue in due. Quindi dovendo comunicare questa improvvisazione, la si deve pensare, progettare. Questa è la filosofia alla base di tutta l’operazione». 

A mettere i bastoni tra le ruote al progetto ci pensa il Covid. «Con la pandemia ci vediamo costretti a fermare tutto» prosegue Sarcinella. Ma il lavoro non si ferma, si evolve. E per ovviare ai problemi legati all’impossibilità di muoversi liberamente (tra paura dei contagi e lockdown)… diventa online. 

«Con un neurologo e uno psichiatra abbiamo iniziato a studiare un protocollo terapeutico con il tango. In seguito abbiamo visto che era sì una buona risorsa, ma non sufficiente. Sono arrivati così il Tai Chi e lo Yoga». Il progetto dà ottimi risultati e vengono implementate altre discipline, dalla fisioterapia, la logopedia, la psicologia e la psichiatria. 

Chi vuole usufruire di questi servizi può iscriversi, scaricare l’applicazione, e iniziare a sfruttare gratuitamente il protocollo base che permette di trattare tutti quei sintomi che sono generalmente comuni ai malati. «In seguito, chi vuole, può personalizzare le terapie per incrementare la possibilità di recuperare (almeno parzialmente) le funzioni perse. Servizio, questo, che sfrutta professionisti specializzati proprio sul Parkinson ed è a pagamento». 

Ma di base Progotan resta un ente no-profit. «Nella sua versione base, l’app permette gratuitamente di svolgere tutte le attività interdisciplinari, secondo il nostro metodo». 

Un metodo che, tra l’altro, tiene conto della condizione del fruitore. «Abbiamo un calendario di 14 discipline su tre diversi livelli. Da quello adatto per la persona che può lavorare solo da seduta (Easy), a quello per colui che lavora al 50% in piedi e il resto seduto (Medium), fino ai neo diagnosticati, gente ancora funzionale al 100% (Active)».

Alla base dell’iniziativa c’è l’idea di lottare non solo contro questo male, ma anche contro lo stigma. «È una brutta bestia, che ti porta all’isolamento sociale. C’è gente che non esce più di casa per la vergogna. Persone che a livello cognitivo non hanno problemi, ma che magari si bloccano in mezzo alla strada e vengono insultate. Accade anche in Ticino. Gente che, senza il giusto supporto, finisce inevitabilmente in casa anziani. Quando ci sono altri modi per poter affrontare questa patologia».

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