Il caso di un uomo in assistenza che una dozzina d'anni fa non ha pagato la fattura della clinica dentaria pubblica. Giusto assillarlo?
BELLINZONA - Perseguitato dalle agenzie di incasso. Capita a un 65enne che nel 2012 aveva usufruito delle prestazioni della clinica dentaria comunale di Bellinzona. L'uomo, a lungo in assistenza, non era riuscito a pagare tutte le fatture. Lasciando uno scoperto di circa 1'570 franchi. A quel punto è iniziato il suo incubo.
La situazione che degenera – Dapprima i richiami. Poi il passaggio all'Ufficio esecuzioni e fallimenti. Infine la dichiarazione di attestato di carenza beni (ACB). All'uomo insomma è stato certificato di non avere i mezzi per pagare. Poco importa. Una prima agenzia d'incasso, ingaggiata dal Comune, ha iniziato a bussare alla sua porta. A lungo. Fino ad arrivare a un accordo: l'uomo avrebbe versato quello che poteva per saldare il debito, vale a dire 50 franchi al mese.
L'iter che riparte da zero – Qualche mese più tardi, quando il diretto interessato era riuscito comunque a saldare una cifra pari a 400 franchi, ecco una svolta inattesa. Subentra una seconda società d'incasso. Sempre assoldata dal Comune. Dimenticandosi che l'uomo ha già versato 400 franchi e riprendendo l'iter da zero. Nel frattempo, va specificato, le spese di diffida e amministrative hanno fatto lievitare la cifra del debito complessivamente a 1'863 franchi.
«Sempre più persone in difficoltà» – Il caso è stato trattato dalla consulente in sicurezza sociale Sheila Mileto che è riuscita a fare azzerare il gap di 293 franchi legato alle spese accumulatesi col tempo. «Purtroppo – spiega la stessa Mileto, contattata da tio.ch – questi sono casi piuttosto frequenti. Siamo sempre più confrontati con persone in difficoltà che si trovano a doversi districare da questi casini».
Le domande – Possibile che un Comune ricorra a ditte di incasso private per saldare i debiti di persone in grosse difficoltà? Come mai nel caso specifico, ma presumibilmente anche per altri, non è stata considerata la reale situazione della persona coinvolta, dichiarata senza solvibilità? E ancora: non sarebbe auspicabile, perlomeno nel settore pubblico, un dialogo più umano verso chi non può permettersi di saldare un debito?
La premessa – «I cittadini – spiega Davide Caccia, direttore del Dicastero finanze, economia e sport – sono chiamati di principio a pagare le imposte e a saldare le fatture di loro competenza. È una premessa fondamentale. Chi riceve una fattura dal Comune e non può pagare, può sempre contattarci per trovare soluzioni che agevolino il pagamento. Chi invece non paga la fattura, riceve un richiamo, senza spese. Anche in questo caso può contattarci».
«Tante opportunità per contattarci» – Caccia va oltre. «Chi non paga il richiamo e non ci contatta, riceve poi una diffida (con spese). Chi riceve la diffida e non può pagare, ha ancora comunque la possibilità di contattarci e di trovare con noi una soluzione che potrebbe essere il pagamento a rate. Chi non paga la diffida e non ci contatta, riceve un precetto, con ulteriori spese. Ma anche in questa circostanza restiamo aperti nel venire incontro alla persona».
Cosa accade dopo l'ACB – Chi non paga il precetto vede la procedura proseguire. «E, in assenza di attivi o entrate sufficienti, viene emesso l’attestato carenza beni (ACB). Questo è un titolo di credito che permette al Comune, entro 20 anni, di recuperare a posteriori i propri soldi, tramite versamenti una tantum o versamenti rateali».
«Alcuni non hanno la forza di aprire le lettere» – Mileto però non ci sta: «Tutto giusto, per carità. Ma spesso chi si trova nel disagio non ha nemmeno più la forza di aprire le buste che gli arrivano a casa. Si sente sopraffatto. C'è anche chi si sente così male da non riuscire nemmeno a contattare l'autorità per chiedere aiuto. Quindi c'è un lato umano importante da considerare che esula dalle norme di legge».
«Ancora più ai margini» – Secondo Mileto andrebbe messo l'accento anche su un altro aspetto. «Una volta che si entra nel mirino di una società di incasso non se ne esce più. E dunque chi si sente già male, è destinato a sentirsi ancora più ai margini. Tra l'altro, nel caso specifico il Comune ha avvisato tardivamente il cittadino che la società d'incasso era cambiata. Mi domando anche come mai questa persona in difficoltà all'epoca non abbia avuto il necessario aiuto per le spese dentarie».