L'invito del coordinatore di ErrediPi per, il 9 giugno, votare contro il taglio di due mesi di pensione per 17 mila persone
BELLINZONA - Due mesi di pensione l'anno sono in gioco, il 9 giugno, per circa 17 mila persone. Un'eventuale vittoria del "No" alle misure di compensazione, ci ha tenuto a sottolineare il coordinatore di ErrediPi Enrico Quaresmini durante la manifestazione odierna presso la Stazione di Bellinzona, «costituirebbe un precedente pericoloso per tutti. Quando lo Stato si permette certe libertà, perché un datore di lavoro nel privato dovrebbe trattenersi dal far lo stesso?», ha aggiunto.
L'appuntamento odierno, in soldoni, era «un invito a votare per evitare che si perda il 15% a seguito dell'abbassamento del tasso di conversione», spiega Quaresimini, raggiunto al telefono. «È vero che il tasso di conversione è alto, ma è del tutto teorico. In realtà nessuno sta andando in pensione con questo tasso».
L'intento delle misure dunque qual è?
«Mettere al riparo le rendite tramite un aumento degli accrediti. Naturalmente ciò non comporterà un aggravio in termini di tasse sui cittadini. Sono contributi a carico del Cantone».
E se accade nel pubblico, dite voi...
«Esatto. C'è chi reagisce dicendo: "Anche a me hanno tagliato le rendita". Ma non è mai capitato che la riduzione fosse pari a due mensilità. È una questione di misura. Anche con il "Sì" le rendite verranno ridotte, pagheremo di più per avere leggermente di meno in ogni caso. Ma si andrà a tamponare quella che altrimenti sarebbe una perdita esorbitante».
La situazione attuale qual è?
«Già ora si assiste a una perdita da parte degli assicurati IPCT. Al netto delle spese versano alla loro cassa pensioni, in una carriera, contributi ordinari per 8.82 volte il loro salario assicurato. Queste persone ricevono però accrediti per 7.65 volte lo stesso salario. Per capirci, se il loro salario assicurato è di 50mila franchi, ne versano per la loro pensione 441mila, ma se ne vedono accreditati 382'500, cioè 58'500 in meno. A dirla tutta, con il datore di lavoro hanno versato quasi 12 volte il loro salario assicurato in contributi totali netti - ossia fr 598'500, ma di questi il 7% se n'è andato subito per il risanamento della cassa. Insomma, il contributo degli assicurati è enorme, ma nessuno lo dice. Anche i sindacati faticano ad ammettere quella che è una sconfitta».
Vi siete barricati dietro a un muro di scatole.
«Una barricata simbolica per proteggere le rendite da un'erosione massiccia che domani potrebbe toccare chiunque».
Dietro quella barricata, oltre ai diretti interessati, chi c'era?
«Unia, il Movimento della Scuola, l'Associazione docenti delle scuole medie superiori (Adsms) e l'MpS e POP hanno preso parte alla manifestazione. Ma c'è chi lavora anche nelle retrovie, come il Plr, il partito socialista, l'Ocst».
Ultimamente ErrediPi scende spesso in piazza. Non c'è la possibilità che tutto questo clamore possa essere controproducente a un certo punto?
«Fino ad ora non lo è mai stato. Se siamo arrivati a queste misure di compensazione è proprio perché, in maniera chiara, abbiamo spiegato quello che stava succedendo. L'appoggio della politica lo dimostra. Questa volta noi non siamo qui a protestare, ma a sostenere queste misure ed evitare il sorpasso dell'ultima ora da parte del fronte del "No"».