L'annuncio meno recente ha oltre 23 anni, ma non tutti vengono resi pubblici. La polizia: «Sempre più giovani fanno perdere le loro tracce»
LUGANO - Diciassette volti occupano la sezione "Persone scomparse", sul sito internet della Polizia cantonale ticinese. Alcuni sono relativamente recenti (l'ultimo annuncio risale al 22 agosto scorso), altri decisamente meno. Il più "longevo" risale al 2 gennaio del 2001, dunque a oltre 23 anni fa. Dietro quelle foto, spesso, vi sono storie complesse e purtroppo anche vicissitudini drammatiche. Su ciascuna di esse, di volta in volta, si china la Polizia adottando un iter preciso e ben strutturato, come ci ha spiegato il capitano Orlando Gnosca, a capo del Reparto giudiziario 1 della Polizia cantonale.
Quali sono i primi passi, dopo una denuncia di scomparsa?
«La tipologia degli allontanamenti risulta estremamente varia. Ogni caso è a sé stante per la sua storia, le sue dinamiche, la sua particolarità. A fronte di un annuncio di scomparsa, il primo passo è comprendere se ci si trovi confrontati con una persona dispersa (escursionista o cercatore di funghi che non fa rientro nei tempi previsti o concordati) o con una persona scomparsa senza un motivo “plausibile”. È dunque fondamentale inquadrare la situazione attraverso il contesto familiare e relazionale del soggetto, valutarne i rapporti con chi effettua la segnalazione, capire se ha con sé un telefono o altri device, quali luoghi frequenta, se si tratta di una persona che soffre di qualche patologia e necessita di medicamenti o che potrebbe essere in condizioni di spaesamento. Talvolta si è di fronte a persone che si allontanano perché vogliono prendersi pause di riflessione. Ci sono inoltre fughe che rappresentano dei chiari atti dimostrativi. Di volta in volta si modula di conseguenza il dispositivo di ricerca».
Come si procede con le ricerche?
«L’avvio delle ricerche presuppone per prima cosa che l’avviso venga diffuso alle pattuglie delle forze dell’ordine dislocate nel Cantone e ai valichi, affinché tutto il territorio di ricerca sia coperto. Vi è inoltre per i famigliari la possibilità di richiedere che l'annuncio venga reso pubblico, con richiesta di diffusione da parte dei media, nazionali e in alcuni casi esteri. La segnalazione di scomparsa viene effettuata di regola alla Gendarmeria della Polizia cantonale. A seconda delle circostanze, si possono far intervenire diverse unità della Polizia cantonale o di altri corpi. Un esempio è il Gruppo Ricerche e constatazioni (GRC), composto da agenti di polizia specialisti di montagna, che interviene in collaborazione con le squadre di soccorso. Ci sono poi i cosiddetti “cani molecolari”. Ulteriori elementi utili possono giungere dagli accertamenti tecnico-investigativi. Il dispositivo di ricerca può dunque variare coinvolgendo più sezioni ed enti: Scientifica, Polizia lacuale (quando occorre perlustrare fiumi e laghi), Rega, colonne di soccorso alpino, eccetera».
In che circostanze sono utili i cani?
«Se si ritrova l’auto dello scomparso, per esempio, il cane può, annusando gli odori all’interno del veicolo, riuscire a ripercorrere le tracce dello scomparso».
Immagino che le ricerche si protraggano per un certo lasso di tempo. Una volta interrotte cosa succede?
«L’inchiesta rimane attiva finché la persona non viene ritrovata. In presenza di nuovi elementi si procede con gli accertamenti necessari».
Le indagini in caso di minori seguono un iter differente?
«Di principio no, ma si adatta di volta in volta il dispositivo a seconda delle circostanze. In quest’ambito si evidenzia come un minore non possa liberamente scegliere il proprio luogo di soggiorno e si considera che, per la sua vulnerabilità, è sempre a rischio di finire nelle mani sbagliate o di mettersi in situazioni di pericolo. Conseguentemente, il coordinamento delle inchieste e la raccolta di informazioni sui minori scomparsi compete alla Sezione reati contro l’integrità delle persone (SRIP) della Polizia cantonale».
Dei 17 scomparsi, quanti sono ticinesi e quanti domiciliati fuori cantone o stranieri?
«Si tratta di 7 cittadini svizzeri domiciliati in Ticino, di 6 cittadini svizzeri domiciliati fuori cantone e di 4 cittadini stranieri, di cui 3 residenti in Ticino».
Alcune delle persone presenti tra gli scomparsi potrebbero non essere più in vita. Come si procede nel caso di ritrovamento resti?
«Bisogna lasciare aperto ogni spiraglio affinché si giunga a conclusione della vicenda. L’avviso rimane quindi pubblicato nella speranza di poter ottenere un’informazione utile allo sviluppo del caso. Quando la scomparsa si protrae per un lungo periodo e c’è minor speranza di ritrovare la persona in vita si deve assicurare il materiale "ante-mortem". Si tratta di radiografie, calchi dentali e DNA dei familiari per l’eventuale identificazione al momento del ritrovamento di un corpo o di resti umani. Questi può avvenire anche a distanza di anni, come accaduto nell’aprile 2023 alle Bolle di Magadino».
Come si arriva a stabilire l'identità di una persona che è scomparsa magari da oltre 20 anni? C'è la possibilità che non venga più riconosciuta?
«Attualmente la tecnica più usata è il DNA a cui si può aggiungere l’esame della dentatura e delle ossa, sempre che vi siano degli elementi identificatori (come fratture, protesi, deformazioni o nel caso della dentatura, otturazioni, forma particolare, ecc) che devono però essere stati documentati in vita e raccolti nel dossier ante mortem per poter fungere da materiale di comparazione. Nel caso in cui i resti siano estremamente deteriorati da non permettere il riconoscimento, la persona potrebbe non essere identificata. Si tratta di casi estremamente rari».
Quante sono le persone scomparse negli ultimi anni?
«Negli ultimi anni si conta il seguente numero di denunce di scomparsa: 79 nel 2017 di cui 35 minori, 84 nel 2018 di cui 32 minori, 64 nel 2019 (26 minori), 40 nel 2020 (16 minori), 50 nel 2021 (24 minori), 63 nel 2022 (33 minori) 66 nel 2023 (49 minori)».
Quante di queste non sono state ritrovate?
«Al momento i casi aperti sono 3 nel 2017, 5 nel 2018, 1 nel 2019, 1 nel 2020, 13 nel 2021, 29 nel 2022 e 21 nel 2023. Dal 2021 vi è un sensibile aumento dei minorenni con statuto N, F o illegalmente presenti sul nostro territorio, che fanno volontariamente perdere le proprie tracce poiché intenzionati a raggiungere altri paesi».