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Mostrando la finta pistola, di cui era in possesso da diverso tempo, ha minacciato la docente invitandola «a pensarci bene».
BELLINZONA - Emergono nuovi dettagli inerenti ai fatti accaduti lunedì alla Scuola di Commercio di Bellinzona.
Stando a quanto riporta la Rsi, il 16enne, oltre ad aver nascosto l'arma, era stato messo al corrente di quanto volesse fare il 15enne, che poi ha minacciato una docente. La domenica si sarebbe infatti confidato con lui e con un altro allievo dell'istituto. Non solo. La sua intenzione sarebbe stata ribadita durante la ricreazione proprio lunedì mattina.
A differenza del sedicenne, verso il compagno non è stato aperto nessun procedimento penale, poiché "non si è mai attivato in alcun modo", scrive l'emittente di Comano.
Alla base del gesto dell'adolescente, l'insufficienza in francese che gli sarebbe costato l'anno scolastico. Il 15enne lunedì mattina ha quindi dapprima supplicato l'insegnante per la promozione, per poi alzare la maglietta e mostrarle il calcio della Glock fasulla che, stando alla Rsi, apparteneva al 15 da diverso tempo. La docente aveva infatti negato la possibilità della sufficienza, e lo studente l'avrebbe quindi esortata a riflettere bene sulla sua decisione, minacciandola.
Fuori dall'aula, rendendosi conto del gesto che aveva compiuto, ha deciso di scusarsi con la professoressa. Ha tentato di farlo, alla fine dei colloqui, chiedendole di non riferire a nessuno dell'accaduto. Intanto, la pistola giocattolo è stata poi consegnata al 16enne che sulla via del ritorno verso casa l'ha gettata in un fosso, dove è stata trovata su sua indicazione dalla polizia.
I due, dopo essere stati interrogati, sono stati rilasciati nei giorni scorsi. Dovranno rispondere di infrazione alla legge federale sulle armi e l'autore del gesto di reato di minaccia.
