Gli inquirenti di diversi Paesi europei impegnati nelle indagini si sono incontrati oggi a Bellinzona. Il punto della Polizia cantonale.
BELLINZONA - Si è svolto oggi, presso la Centrale comune d'allarme (CECAL) della Polizia cantonale un incontro, nell’ambito del progetto ISF LUMEN in cooperazione con EUROPOL, che ha riunito gli inquirenti di diversi Paesi europei impegnati nelle indagini sui gruppi dediti alle cosiddette truffe agli anziani "chiamate shock". L'obiettivo? Allineare le conoscenze reciproche e ulteriormente sviluppare la collaborazione nell’attività di contrasto.
Un intervento congiunto è infatti necessario alla luce dell'esplosione di casi. E i numeri parlano chiaro: nel 2023, nel nostro Cantone, sono state registrate 46 truffe consumate note come “telefonate shock” (per un danno complessivo di oltre 2'000'000 di franchi), alle quali vanno sommati i tentativi segnalati che si attestano a circa 1'300. Cifre a cui fanno da contraltare i diversi arresti: 12, di cui 10 in Ticino e 2 all’estero.
Per il 2024 – dopo un iniziale calo legato anche all’incarcerazione in Polonia di un esponente di spicco di un’organizzazione dedita a queste specifiche attività criminali – le telefonate shock hanno ripreso a far rumore. Da gennaio a inizio settembre, gli arresti in Ticino sono infatti stati 6, mentre le truffe consumate sono state 11 (per oltre 400 tentativi segnalati).
E proprio per rafforzare la collaborazione contro un’attività illecita che non conosce confini, «la Centrale comune d'allarme (CECAL) della Polizia cantonale ha riunito quest’oggi magistrati e agenti di Polizia giudiziaria provenienti da Germania, Italia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia nonché dell'Ufficio federale di Polizia (fedpol) e di Europol», si legge in una nota stampa.
L'incontro è stato organizzato nell'ambito della Piattaforma Multidisciplinare Europea contro le Minacce Criminali (EMPACT) e sotto gli auspici del progetto ISF Lumen, cofinanziato dall'Unione Europea attraverso il Fondo per la Sicurezza. Interna e guidato dall'Ufficio di Stato per le indagini penali del Baden-Württemberg, che si occupa di criminalità organizzata transfrontaliera contro la proprietà. Il tutto con il supporto e il coordinamento anche dell'Ufficio federale di Polizia (fedpol).
Gli investigatori che si sono riuniti a Bellinzona «hanno potuto scambiare informazioni operative e strategiche, traendo spunto da recenti indagini o operazioni a livello internazionale». Questo in vista di nuove azioni di contrasto che permettano di ancor più stringere le maglie della rete contro un fenomeno in cui, sia in termini di indagini sia di prevenzione, il Ticino ha più volte svolto un ruolo chiave a livello federale.