La lettera inviata al presidente del Gran Consiglio. «Troppe code, tuteliamo i frontalieri»
MILANO/BELLINZONA - Riaprire i valichi, per porre fine alle code interminabili dei frontalieri. Dopo le richieste dei sindaci italiani di frontiera, ora a invocare un passo in avanti da parte svizzera è il Consiglio regionale della Lombardia. In una lettera inviata oggi al presidente del Gran Consiglio ticinese Claudio Franscellata l'omologo lombardo Alessandro Fermi e la vice presidente Francesca Brianca chiedono che il Ticino intervenga presso Berna, per sbloccare la situazione. Di seguito il testo completo.
«In virtù dei positivi rapporti di lavoro e delle numerose occasioni di collaborazione transfrontaliera, con la presente desideriamo portare alla Vostra attenzione la delicata situazione che si sta verificando in questi giorni lungo le tratte stradali a ridosso dei confini italo-svizzeri. Una conseguenza che si sta riscontrando in seguito alla riapertura delle molteplici attività economiche che insistono sul Vostro territorio».
«A fronte della chiusura dei valichi secondari – da voi a suo tempo approntata al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini in ordine all’emergenza sanitaria in corso – i numerosi frontalieri, che ogni giorno superano i confini attraverso le dogane rimaste aperte, sono costretti ad affrontare lunghissime code. Una situazione che comporta notevoli disagi non solo per gli automobilisti in transito, ma anche per i residenti dei Comuni di frontiera interessati dal passaggio dei mezzi».
«La limitazione degli spostamenti transfrontalieri – che sta già creando notevoli problemi viabilistici e ambientali – comporterà ancora maggiori criticità a seguito dei graduali allentamenti al lockdown previsti per le prossime settimane -proseguono i vertici del Consiglio regionale – Pur consapevoli della delicata situazione esistente, nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 attualmente in vigore, vi chiediamo di valutare un piano per la riapertura dei valichi secondari tra Canton Ticino e Regione Lombardia, che faccia convergere il diritto alla salute pubblica con quello al lavoro».
«Auspichiamo che si possa tenere quanto prima un incontro tra le istituzioni lombarde e ticinesi, per approfondire meglio le situazioni e gli argomenti di maggiore attualità che interessano i nostri territori, così da trovare soluzioni utili e condivise nell’interesse soprattutto di lavoratori e cittadini frontalieri e dei comuni di confine».