Il ritrovo è previsto in Largo Elvezia alle 14.00, dove partirà la manifestazione in direzione piazza Governo.
BELLINZONA - «Parità subito! Salari e pensioni migliori». Sono queste le parole scelte dall’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa (USS-TI) per illustrare - oggi in conferenza stampa - le tematiche della giornata del Primo Maggio che si terrà a Bellinzona a partire dalle 14.00.
Il Primo Maggio, ha esordito il presidente dell'USS-TI Renato Minoli , costituirà una tappa che porterà al 14 giugno, data che vedrà in tutta la Svizzera il movimento femminista mobilitarsi «per esigere quella parità salariale che da troppo tempo rimane un miraggio». Minoli ha inoltre ricordato «l'affronto fatto alle donne» dal «Parlamento di destra» quando per far accettare l’innalzamento dell’età di pensionamento promise un miglioramento del secondo pilastro. «Nulla di tutto questo è stato mantenuto», ha attaccato il sindacalista ricordando come «la riforma della LPP preveda un aumento dei contributi per ricevere delle pensioni inferiori» e come sul tema i sindacati abbiano già lanciato un referendum.
La vicepresidente di USS-TI Renata Barella rincara la dose ricordando come «nulla sia cambiato» dallo sciopero delle donne andato in scena ormai quattro anni fa. «I redditi della stragrande maggioranza della popolazione sono in calo. Mentre i prezzi, i premi delle casse malati e gli affitti aumentano, gli stipendi restano al palo e le pensioni diminuiscono», lamenta la sindacalista ricordando come i salari reali siano in picchiata. «Un salario - ha fatto presente Barella - deve essere sufficiente per vivere. Quelli medio-bassi devono quindi essere aumentati in modo significativo. Il Primo Maggio è un simbolo e ricorda che le lotte sono necessarie. Da qui la rivendicazione di nessun salario sotto i 4'500 franchi».
Battaglie sindacali e lotte che sono state ricordate da Giangiorgio Gargantini di UNIA che al momento ne sta combattendo principalmente due. La prima è la campagna contro l’estensione degli orari di apertura dei negozi su cui voteremo il prossimo 18 giugno: «Un ennesimo attacco - sottolinea il sindacalista - alle condizioni di lavoro del personale della vendita, con modifiche utili solo alla grande distribuzione e nocive per i piccoli commerci». La seconda è invece la campagna in vista del rinnovo di due importanti CCL nazionali nel ramo artigianale che vede in questo momento i lavoratori dei due settori riunirsi per determinare le loro rivendicazioni. «Infine - conclude Gargantini - nelle prossime settimane, il sindacato UNIA sottoporrà ai lavoratori del settore edile il risultato delle trattative sul contratto cantonale dell’edilizia».
Nel settore pubblico, invece, la principale campagna del sindacato VPOD è quella contro il taglio del 20% delle rendite degli assicurati della cassa pensione cantonale (IPCT) e contro i tagli previsti dalla manovra del decreto Morisoli per il pareggio di bilancio entro il 2025 agendo unicamente sulle spese, che colpirà anche il settore sociosanitario e socio-educativo sussidiato.
Anche il sindacato SEV sarà in piazza con due rivendicazioni specifiche: la battaglia contro la disumanizzazione delle stazioni ferroviarie, per la difesa quindi dell’impiego e della presenza di personale e contro la sempre più massiccia presenza di macchine e videocamere. A questo si aggiunge la richiesta che gli importanti investimenti fatti e previsti nel settore dei trasporti (come risposta alla crisi climatica) vadano di pari passo con il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale: quindi, più assunzioni e buone regole sul tempo di lavoro per il personale a turno.
Syndicom da parte sua porterà invece in strada la rivendicazione “Basta precariato in Posta: salari dignitosi e aumento delle percentuali d'impiego”, rivendicando aumenti salariali, aumenti di percentuale lavorativa per il personale che ne faccia richiesta, garanzie di contratti a durata indeterminata ai collaboratori assunti tramite agenzie interinali e garanzia di applicazione del CCL aziendale in merito alla fissazione dei giorni di libero settimanali. «Queste rivendicazioni settoriali uniranno idealmente i lavoratori e le lavoratrici in una sorta di mutuo sostegno, ricordando quanto ognuno di noi sia impiegato in un dato settore, ma sia anche nel contempo coinvolto, ad esempio in quanto consumatore, nella realtà lavorativa del suo collega», ha concluso Gargantini, ricordando come il Primo Maggio sia una giornata di lotta per le lavoratrici e i lavoratori, ma pure di rivendicazione per i loro sindacati. «Sindacati che sono sempre più confrontati a difficoltà e pressioni sul campo,
basti pensare alle recenti denunce con relativi decreti di accusa ricevuti da alcuni sindacalisti UNIA».