Venerdì 31 maggio Poestate diventa spazio di discussione e confronto tra operatori del settore e appassionati
LUGANO - Qual è lo stato di salute della cultura in Ticino? Si fa abbastanza o troppo poco per offrire alla popolazione un’offerta ampia e di qualità?
L'evento - Venerdì 31 maggio Poestate ospiterà una prima nel suo genere per il Ticino: un dibattito pubblico sull’offerta culturale, sia a livello locale che cantonale. Il titolo scelto è tutto un programma: "Cultura di stato e cultura indipendente tra autoreferenzialità e apertura - per una politica culturale armoniosa e realmente inclusiva atta a valorizzare lo straordinario potenziale culturale e artistico della Svizzera italiana".
Qualche dato - Giusto per dare qualche dato: nel 2017 la spesa complessiva della Divisione della cultura e degli studi universitari del Decs è stata di circa 220 milioni di franchi, di cui circa 36 milioni sono andati al settore culturale. Il cui finanziamento (citiamo sempre il Rapporto consuntivo di due anni fa) è avvenuto attraverso la gestione corrente per circa 19 milioni di franchi, il Fondo Swisslos per circa 15 e l’Aiuto federale per i restanti 2 circa. A Lugano invece (fonte Consuntivo 2018) il Dicastero Cultura, sport ed eventi ha complessivamente speso più di 43 milioni di franchi (non tutti sono andati a sostenere attività culturali, ovviamente). A Bellinzona nel 2017 il Municipio ha sostenuto una serie di manifestazioni per 21700 franchi. E così via.
Il perché di questo confronto - Di soldi, come abbiamo visto, ne vengono investiti un bel po' nella cultura. Allora perché Armida Demarta, la direttrice artistica di Poestate, ha sentito l'urgenza di lanciare un tale dibattito? «Perché la politica culturale in Ticino è decisamente da migliorare e da armonizzare» ci ha spiegato.
Di cosa si parlerà venerdì prossimo? «Del rapporto tra le istituzioni e gli operatori culturali e artisti, tra il pubblico e il privato, dei criteri che regolano la distribuzione dei fondi pubblici e privati, del pluralismo contro il clientelismo (chi troppo e di più e chi poco e sempre meno), chi viene incluso e invece viene escluso...». Poestate, aggiunge Demarta, è il primo e più importante evento letterario del Cantone Ticino, vista l'imponente storiografia che segna e continua a segnare una straordinaria traccia della produzione culturale globale della Svizzera Italiana. Quindi un dibattito pubblico sulla politica culturale organizzato da Poestate segnerà un importante momento di discussione dato che (anche) il settore della cultura è "inquinato" da un sistema che penalizza la produzione globale anziché valorizzare il suo insieme...
Sarà un’occasione per gli operatori del settore a tutti i livelli d’intervenire e confrontarsi su cosa funziona (e cosa no) nella cultura ticinese, cercando nel contempo di trovare spunti per risolvere le criticità esistenti. Sono invitati esponenti delle istituzioni comunali, cantonali, federali, delle organizzazioni e associazioni pubbliche e private, artisti indipendenti, operatori e addetti alla cultura nei vari settori, direttori di centri, comitati e associazioni, collettivi e movimenti, produttori, scrittori, musicisti, pittori, scultori, performer, teatro, danza, cinema, letteratura, editori, videomaker, giornalisti, registi, eccetera.
I relatori - La rosa dei relatori che hanno confermato la propria presenza è di tutto rispetto: oltre a Demarta interverranno Renato Martinoni (professore di letteratura all’Università di San Gallo), Jean Olaniszyn (operatore culturale e fondatore del Museo Hermann Hesse), Roberto Raineri-Seith (autore, compositore di musica elettronica e artista fotografo), Sandra Sain (Produttrice responsabile Rsi Rete Due), Arminio Sciolli (operatore culturale Il Rivellino LDV), Marco Solari (Presidente del Locarno Festival) e Noah Stolz (curatore e critico d'arte indipendente, membro della Commissione federale d'arte).
Il dibattito prenderà il via venerdì 31 maggio intorno alle 21.30.