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Senzatetto, droga e problemi di sicurezza: così anche Starbucks decide di chiudere

STATI UNITISenzatetto, droga e problemi di sicurezza: così anche Starbucks decide di chiudere

17.08.22 - 06:30
Il colosso del caffè abbassa la serranda di diverse mescite Usa (compresa una storica). C'entra la pandemia ma non solo
IMAGO / agefotostock
Senzatetto, droga e problemi di sicurezza: così anche Starbucks decide di chiudere
Il colosso del caffè abbassa la serranda di diverse mescite Usa (compresa una storica). C'entra la pandemia ma non solo

WASHINGTON D.C. - La catena di caffetterie Starbucks chiuderà i battenti del punto vendita della stazione ferroviaria centrale di Washington per problemi di sicurezza. Un duro colpo per la capitale, ma anche per la maestosa Union Station, uno degli hub più trafficati della regione, affollato da turisti ma anche pendolari locali. Un duro colpo alla già tremolante reputazione di Union Station.

La stazione, aperta nel 1907, è stata da oltre un secolo un’icona di Washington. Oggi però, la pur prestigiosa struttura architettonica, inizia a mostrare segni d'incuria. In aggiunta, la pandemia ha determinato la chiusura di tante attività commerciali. Due i motivi principali: da un lato, la diminuzione dei pendolari a causa dello smart working; dall’altra una lunga serie d'incidenti avvenuti nell’area di Union Station. 

Secondo il colosso del caffè, le preoccupazioni per la sicurezza di clienti e dipendenti non riguardano solo Washington, ma molti altri punti vendita a livello nazionale. Sono sedici i negozi che la compagnia ha deciso di serrare a partire da agosto. In cima alla lista delle problematiche indicate da Starbucks ci sono l’aumento esponenziale dei senzatetto, la gravissima crisi della salute mentale, l’incremento del consumo di stupefacenti e gli sconvolgimenti sociali ed economici legati alla pandemia.

L'azienda, infatti, ha dichiarato di aver ricevuto segnalazioni da parte dei dipendenti che denunciavano incidenti legati all’uso di droghe all’interno dei punti vendita. Tra i possibili provvedimenti, ora, ci sarà l’accesso ai servizi igienici limitato esclusivamente ai clienti (oggi chiunque può usufruirne senza alcun controllo). Ma c’è chi vede altro in questa decisione.

I rappresentanti dei lavoratori, infatti, temono che dietro alle chiusure imposte dalla compagnia di Seattle ci sia stata la determinazione a bloccare o almeno limitare i sindacati dei dipendenti che iniziano a organizzarsi capillarmente. Le serrate, difatti, arrivano in un momento molto delicato per il gigante del caffè. Si irrobustisce la fila delle location che scelgono di aderire a un sindacato. Sono un centinaio, ormai, su circa novemila punti vendita nazionali.

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