Uno strumento proposto durante il Consiglio d'Europa per inchiodare il presidente russo e per quantificare le distruzioni causate da Mosca.
REYKJAVIK - Rinnovare il sostegno sia politico che militare a Kiev, ma soprattutto inchiodare la Russia di Vladimir Putin alle proprie responsabilità, anche penali, per l'aggressione all'Ucraina. Il Consiglio d'Europa si è riunito a Reykjavik, per la prima volta dal 2005 e a un anno dall'espulsione di Mosca dall'organismo che raggruppa 46 Paesi del Vecchio Continente.
E ha voluto mandare un «segnale concreto» creando un registro internazionale dei danni dell'invasione russa: uno strumento per quantificare le distruzioni causate da Mosca e i crimini di guerra commessi dai suoi soldati, utile a fornire una base per possibili futuri risarcimenti e per un'azione giudiziaria internazionale contro i responsabili di quelle atrocità, a cominciare dal presidente russo già oggetto di un mandato di arresto della Corte penale internazionale per la deportazione dei bambini ucraini.
Presenti i capi di Stato e di governo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - in video collegamento - ha per prima cosa voluto ringraziare i colleghi per aver contribuito «a migliorare la difesa aerea» che la notte scorsa ha consentito di abbattere la salva di missili russi lanciati sulla capitale.
Ma all'indomani del suo tour europeo, qualcosa si muove anche nella richiesta più volte reiterata dal leader ucraino agli alleati di fornire quegli aerei da combattimento che possano consentire alle forze ucraine di dare una svolta alla guerra e ricacciare indietro l'invasore.
A margine del vertice, il premier britannico Rishi Sunak e quello olandese Mark Rutte hanno infatti annunciato l'intento di creare una «coalizione internazionale» per la formazione dei piloti e la fornitura di F16 a Kiev.
L'Italia ha «immediatamente aderito» all'accordo per istituire il registro dei danni, «perché non ci sia impunità», ha annunciato la premier Meloni all'apertura del summit.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato «tutti gli Stati ad aderire e a contribuire attivamente all'elaborazione» del registro e ha lanciato la proposta di istituire «un centinaio di centri di salute mentale» in Ucraina per aiutare la popolazione ad affrontare i traumi della guerra.
Il registro dei danni è «un elemento giudiziario importante» anche secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, tra i sostenitori della creazione di un Tribunale speciale sull'Ucraina.
«Per quanto riguarda il processo di pace, sosteniamo la formula avanzata da Volodymyr Zelensky sulla base del principio 'nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina': loro sono gli aggrediti e loro devono avanzare le proposte sulle quali iniziare a lavorare», ha aggiunto von der Leyen in un incontro con la premier islandese, e padrona di casa, Katrin Jakobsdottir. Il dossier giustizia è prioritario per l'Islanda, che da questo summit si aspettava «risultati tangibili».