L'uomo sedava la moglie con i farmaci. Gli stupri sono andati avanti per dieci anni. Già identificate una cinquantina di persone.
Distratti dalle tante notizie di guerriglia civile che giungono dalla Francia in questi giorni, in pochi hanno prestato attenzione a una scioccante vicenda, che giunge sempre dal territorio francese: un uomo, per oltre dieci anni, ha drogato la moglie e fatta violentare da oltre ottanta uomini contattati via social. Ridotto all'essenziale, il fatto è di una crudeltà talmente disarmante che si rimane basiti. A leggere il reportage del quotidiano Le Monde che ne ha dato notizia, si viene a conoscenza di particolari raccapriccianti su di un uomo che ha dato in pasto la moglie, priva di sensi, a un branco di violentatori.
La cosa che colpisce di tutta la vicenda è la discrasia tra l'immagine che del marito aveva la moglie, «un bravissimo uomo», e quanto quest'ultimo sia stato capace di fare. In Francia sono mesi che si parla della vicenda ma, solo di recente, Le Parisien e Le Monde sono riusciti a venire in possesso di un documento di oltre trecento pagine, facente parte degli atti di indagine, da cui è stato possibile ricavare ulteriori e drammatici particolari.
Filmava le donne sotto la gonna - Per riassumere quanto successo bisogna prendere le mosse da un'altra indagine, aperta, nel settembre del 2020, a carico di Dominique P., fermato dalla polizia locale perché filmava con una piccola telecamera sotto la gonna di alcune donne nel negozio Leclerc di Carpentras, in Provenza. All'uomo, che abitava nel villaggio vicino di Mazan, vennero sequestrati il telefono, il computer e vari hard disk. A causa del contenuto rinvenuto, il pensionato venne nuovamente arrestato nel novembre dello stesso anno. Per la compagna, chiamata Françoise per nasconderne la vera identità, fu una vera sorpresa apprendere che Dominique, descritto dalla stessa come una brava persona, potesse avere guai con la giustizia, e si convinse che si fosse trattato di un incidente di percorso.
Una verità sconcertante - Ciò che la donna ancora non sapeva era che, dalle indagini in corso, era emerso che il marito fosse molto attivo su chat quali Coco.fr e una chat room denominata "A son insu", a sua insaputa, dove si parlava di rapporti sessuali, stupri per il codice penale, avuti con delle partner senza che le stesse ne fossero a conoscenza. Nelle chat si condividevano foto di donne nude ma anche di sconosciute immortalate in spiaggia o per strada. Come raccontato da Le Monde, esaminando queste chat, è risultato che Dominique P., dal 2011 fino all'avvio delle indagini, aveva drogato la moglie, sbriciolando nel cibo del Tèmesta, venduto anche come Tavor, una benzodiazepina utilizzata per curare l'ansia e l'insonnia, per poi, una volta ridotta la donna in stato di incoscienza, far entrare degli uomini in casa propria e farla violentare. Il tutto veniva filmato e conservato in una chiavetta Usb, in una cartella chiamata "abus", abuso, dove venivano annotati in maniera ordinata le date degli incontri, il nome del violentatore e quanto volte lo stesso aveva abusato della moglie.
Il rito prima dello stupro - Anche l'organizzazione degli incontri messa in piedi dal pensionato era altrettanto marziale: la macchina andava parcheggiata lontana dall'abitazione per non destare sospetti nei vicini, ci si doveva spogliare in cucina per evitare di dimenticare accidentalmente qualcosa in camera da letto. Erano banditi gli odori forti, come quelli di tabacco o i profumi, per evitare di lasciare tracce del proprio passaggio e, prima dello stupro, ci si doveva lavare le mani con acqua calda per evitare che la sensazione di freddo potesse svegliare la donna. Sono state rinvenute centoventotto cartelle e un elenco di ottantatré stupratori per un totale di novantadue stupri a danno di Françoise. La procura di Avignone ha identificato, fino a ora, cinquantuno stupratori che sono stati arrestati e subiranno un processo, unitamente al pensionato, nella primavera del prossimo anno.
Il passato da stupratore - Dominique P. è stato inoltre incriminato dal giudice istruttore Nathalie Turquey per lo stupro e l'omicidio della ventitreenne Sophie Narme, avvenuto a Parigi nel 1991 e per lo stupro di una giovane donna, Estella B., avvenuto a Ȋle-de-France nel 1999. Dominique P. era stato arrestato anche nel 2010 per aver filmato le parti intime di alcune donne in un supermercato e, in quella occasione, grazie al prelievo del suo Dna, era stato accusato dello stupro del 1999. Il giudice Turquey di Nanterre, che lavora in un dipartimento preposto ai "cold case" lo ha poi incriminato per entrambi i casi.
Altro che marito e padre modello - Insomma, una persona ben lontana dal ritratto di «uomo gentile e disponibile» fatto dall'ignara compagna, ma che sembra più vicino all'immagine di un novello Barbablù: nei filmati rinvenuti nel pc dell'indagato, si è scoperto anche un filmato della figlia maggiore priva di sensi e delle nuore, riprese in bagno grazie a un telefono nascosto in una trousse. Anche le nipoti hanno confessato di aver ricevuto delle attenzioni morbose da parte del nonno che insisteva «a giocare al dottore» e prometteva giocattoli se le bambine si fossero mostrate nude. Eppure, a detta di molti conoscenti, la coppia appariva unita, se non simbiotica, e anche se lui si mostrava autoritario in pubblico, e non lesinava commenti volgari sulle doti fisiche delle altre donne, non vi erano stati problemi rilevanti tra i due.
Le giustificazioni del marito e degli altri stupratori - Quello a carico di Dominique P. e degli stupratori reclutati online si prefigura come un processo storico: sarà la prima volta in cui cinquantadue di uomini sono accusati di aver violentato un'unica donna. Uomini che ora si difendono facendo dire al proprio avvocato che «pensavano si trattasse di una messinscena» ordita dai due coniugi ma che in realtà, come emerge dalle risultanze istruttorie, trovavano proprio nell'incoscienza della donna il lato più eccitante della vicenda. Secondo la vice procuratrice della Procura di Avignone, come raccontato da Le Monde, «l'indagato non ha mai usato violenza o minacce contro nessuno di loro perché avvenissero gli stupri. Ogni individuo aveva la sua libera volontà di fermare quelle azioni e di lasciare quella stanza». Secondo l'accusa, quindi, tutti gli uomini erano a conoscenza delle condizioni di incoscienza della donna e del fatto che non avesse prestato alcun consenso ad avere rapporti sessuali con le persone coinvolte.
La banalità del male - In base al documento esaminato da Le Monde e Le Parisien, si è venuti a conoscenza del fatto che le persone reclutate dal pensionato online hanno un'età che varia dai 26 ai 73 anni e storie, professioni e stili di vita molto diversi. Forse è proprio questo l'aspetto più ripugnante della vicenda: l'assoluta banalità del male che si annida in persone cosiddette "normali", che conducono una vita "normale", ma che di umano non hanno nulla. Charly A., ad esempio, è un disoccupato di 29 anni che vive ancora con la mamma e che ha stuprato Françoise per ben sei volte, mentre Nicolas F., giornalista di un quotidiano locale, ha affermato di essere rimasto sorpreso davanti all'inerzia di lei ma di averla stuprata dopo che «il marito gli aveva assicurato che lei era d'accordo».
Dal pompiere, all'ex vigile, al pensionato. Chi sono gli stupratori? - Christian L. ha violentato la donna indossando la sua divisa da pompiere e ammettendo, su Coco.fr, che proprio l'incoscienza della donna era l'elemento più eccitante. Cyrille D, lavoratore edile di 53 anni, ha affermato di «aver fatto quello che mi aveva chiesto lui e non so perché», pur ammettendo di essere a conoscenza di non rischiare nulla se non l'avesse fatto. A fronte di chi si ritiene innocente perché non aveva capito la situazione, o la ritenesse un gioco erotico orchestrato dalla coppia, vi è anche chi parla di «stupro involontario» senza cattive intenzioni, come il pensionato Didier, o del fatto che il marito possa disporre del corpo della moglie come meglio crede, come l'elettricista di 54 anni Patrice N. Lo stesso concetto è stato rimarcato anche da Simone M. che non ha mai considerato quegli incontri sessuali come stupro dato che «era sua moglie e ci fa quello che vuole con sua moglie», mentre Adrien L. si è difeso dicendo che «dato che il marito era presente non c'è stato stupro». L'ex vigile del fuoco Jèrȏme V. ha stuprato Françoise sei volte in quattro mesi, affermando di avere «una sessualità fuori misura» e «di non avere altra scelta» per fare sesso durante il lockdown e dopo essersi separato dalla compagna. In un caso, il pensionato ha fornito dei farmaci per sedare la moglie di uno degli stupratori e stuprarla a sua volta una decina di volte fino all'estate del 2020 quando la donna, svegliata di soprassalto, si è trovata nella propria stanza da letto un uomo che non conosceva.
Le conseguenze sulla donna: traumi psicologici e malattie veneree - L'intera vicenda appare grottesca e paradossale, e si sarebbe quasi tentati di archiviarla come il frutto di un sesso malato e di una società che mercifica tutto, anche le vite altrui. Qualsiasi facile lettura, però, viene meno se si recupera, come è giusto fare, la visione di colei che è il fulcro dell'intera vicenda: la donna sedata e fatta stuprare dal marito da un branco di persone senza scrupoli e coscienza, assidui frequentatori di siti pedo pornografici o legati allo sfruttamento minorile. Venuta a conoscenza di quanto accadutole, la donna è stata dichiarata affetta «da un grave trauma psicologico e un alto rischio di suicidio». Preso atto che «ero una sua cosa», la donna è riuscita anche a darsi una spiegazione dei tanti problemi di salute che l'hanno afflitta in questi anni, dalla stanchezza cronica e i vuoti di memoria, fino a una grave infiammazione alla cervice di cui aveva iniziato a soffrire anni addietro, nonché alle diverse malattie veneree che le sono state diagnosticate.
«Ho smesso di chiamarti papà» - E mentre il marito si disperava, imputando il suo comportamento a una infanzia difficile e a delle violenze subite da bambino, il primo psichiatra che lo ha visitato lo ha giudicato non rispettoso dell'intimità altrui ma con un grado di pericolosità “bassa”. Il secondo esperto, invece, ha scritto che l'uomo ha una grande freddezza emotiva ed è privo di empatia ed è perciò da ritenersi dotato di un alto grado di pericolosità, con un rischio di recidiva significativo. Come ricordato dal Post, in un suo recente articolo, l'anno scorso, la figlia di Françoise, Caroline Darian, che ha pubblicato un libro dal titolo "Et j'ai cessè de t'appeler Papa", ossia "E ho smesso di chiamarti papà", ha promosso una campagna denominata #MedorsPas per sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno dell'utilizzo «dei farmaci utilizzati come arma». Il problema non riguarda solo la cosiddetta 'droga dello stupro' ma anche l'utilizzo dei comuni farmaci da banco usati, come visto, per abusare delle proprie vittime. L'utilizzo di queste sostanze dilaga, e sempre più casi di cronaca raccontano di vittime di stupro che si risvegliano prive di ricordi ma in uno stato fisico e psicologico fortemente alterato. La speranza è che, nel caso di Françoise la giustizia possa punire severamente tutti i colpevoli, pur nella consapevolezza che, anche in questo casi, tale vicenda rimarrà quale emblema del grado di abiezione a cui può arrivare l'essere umano.