Il leader di Forza Italia respinge la richiesta dei giudici milanesi: «Si proceda in mia assenza»
MILANO - Silvio Berlusconi dice no alla richiesta del tribunale di Milano di sottoporlo a quella che considera una «illimitata perizia psichiatrica»: una circostanza che sarebbe «lesiva della mia storia e della mia onorabilità», nonché un «evidente pregiudizio nei miei confronti».
Frasi contenute nella lettera che il leader di Forza Italia ha inviato a Marco Tremolada, presidente del collegio della settima sezione penale milanese, che aveva richiesto approfondimenti sul suo stato di salute psico-fisica dopo l'ennesima richiesta di rinvio nel processo Ruby Ter. I giudici volevano capire se le sue condizioni siano «assolutamente impeditive» della sua partecipazione in aula.
«L’ipotesi di sottopormi a una ampia e illimitata perizia psichiatrica da parte del Tribunale» scrive Berlusconi «dimostra, per ciò che ho fatto nella vita in molteplici settori fra cui l’imprenditoria, lo sport e la politica, un evidente pregiudizio nei miei confronti e ben mi fa comprendere quale sarà anche l’esito finale di questo ingiusto processo. Non posso quindi accettare tale decisione, che è lesiva della mia storia e della mia onorabilità. Si proceda, dunque, in mia assenza alla celebrazione di un processo, che neppure sarebbe dovuto iniziare, nella consapevolezza che anche successivamente verrà riconosciuta la assoluta correttezza del mio comportamento e sarò assolto da ogni accusa».
Il ritorno in aula è fissato per il 17 novembre ma, come osservano i media italiani, la lettera inviata da Berlusconi potrebbe aprire nuovi scenari.