Le autorità armene hanno evacuato circa 2750 civili dalla zona di frontiera
Armenia e Azerbaigian continuano ad accusarsi reciprocamente di bombardamenti sui rispettivi territori, dopo che ieri un centinaio di soldati di entrambe le parti sono rimasti uccisi nei peggiori scontri da quando, nel 2020, si è riaccesa la guerra per la regione contesa del Nagorno-Karabakh.
Circa 2750 civili sono stati evacuati dalla zona di frontiera armena a causa dei bombardamenti azeri sulle regioni armene di Gegharkunik e Syunik, ha affermato Kristina Grigoryan, commissario per i diritti umani di Yerevan, citata dall'agenzia russa Tass. La maggioranza sono donne, bambini e anziani.
Il ministero della Difesa azero ha smentito che le proprie truppe prendano di mira case e infrastrutture civili. "Queste voci sono una nuova azione di disinformazione e una provocazione armena", ha detto il ministero ad un'altra agenzia russa, Interfax. Baku afferma invece che sono le forze armene a continuare i bombardamenti contro quelle azere nei distretti di Kalbajar, Lachin e Dashkesan con obici e mortai.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto da parte sua che "le tensioni continuano" al confine e ha annunciato che una delegazione dell'Organizzazione del trattato di sicurezza collettivo (Csto), guidata da Mosca e di cui fa parte anche l'Armenia, visiterà la regione di frontiera. Gli inviati, che saranno guidati dal segretario generale dell'organizzazione, Stanislav Zas, "presenteranno un rapporto ai leader degli Stati membri che sarà preso in considerazione", ha aggiunto Peskov.
Del Csto fanno parte anche Kazakhstan, Bielorussia, Kirghizistan e Tagikistan.