Prosegue l'inchiesta sul naufragio provocò la morte di almeno 94 persone. Si indaga sulle responsabilità dei ritardi nei soccorsi
CUTRO - Comincia a registrare i primi passi concreti l'inchiesta della procura di Crotone (Calabria) sul naufragio del barcone carico di migranti avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio scorsi davanti la spiaggia di Steccato di Cutro. Il naufragio ha provocato la morte accertata di 94 persone e un numero imprecisato di dispersi.
Il magistrato titolare dell'inchiesta, Pasquale Festa, ha disposto perquisizioni nelle sedi della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Di quali sedi si tratti, esattamente, non è dato saperlo, visto il riserbo imposto sull'inchiesta dal procuratore della Repubblica, Giuseppe Capoccia.
Ciò che si sa con certezza, anche perché a confermarlo è stato lo stesso Capoccia, è che nell'inchiesta ci sono alcuni indagati, l'identità dei quali, almeno al momento, non si conosce. Il procuratore ha confermato la presenza di indagati, che poi dovrebbero essere gli operatori della Guardia di finanza e della Guardia costiera, ai quali è stato notificato il decreto di perquisizione.
A notificare i decreti di perquisizione sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Crotone. L'inchiesta mira ad accertare eventuali responsabilità per i presunti ritardi nei soccorsi al barcone che poi si spezzò, a causa della forza del mare, a poche decine di metri dalla riva.
Gli accertamenti in corso hanno anche lo scopo di verificare, in particolare, cosa non abbia funzionato, eventualmente, nel sistema che avrebbe dovuto garantire assistenza al barcone sul quale si trovavano i migranti, dopo l'avvistamento da parte di Frontex, e di ricostruire la filiera delle competenze di chi sarebbe dovuto intervenire per mettere in atto l'intervento di soccorso.
«Più che delle vere e proprie perquisizioni - ha detto Capoccia - stiamo eseguendo dei riscontri puntuali su elementi che ritenevamo mancanti per completare l'indagine».
Lo scopo dell'inchiesta è di accertare i motivi del mancato intervento in soccorso dei migranti e se sia stata rispettata la normativa che imponeva, comunque, un intervento, a prescindere dalle singole competenze e responsabilità.
In questo senso, tra l'altro, in base a quanto stabilisce la legge, non si possono fare distinzioni tra operazioni di salvataggio e operazioni di polizia. La notte in cui fu avvistato il barcone il relativo intervento fu gestito come operazione di polizia e non fu dichiarato l'evento Sar (Search and Rescue), e cioè di ricerca e soccorso. In quell'occasione intervenne soltanto la Guardia di finanza, due unità navali della quale uscirono in mare senza però riuscire ad individuare l'imbarcazione.
Dalla mezzanotte scorsa, intanto, sono ripresi gli sbarchi di migranti a Lampedusa. Se ne sono registrati in tutto dieci, con l'arrivo, complessivamente, di 355 persone.